Dopo i primi giorni di saldi si iniziano a trarre dei bilanci provvisori. Al di là delle consuete lamentele di commercianti e imprenditori un dato resta in primo piano: gli ambulanti sottraggono clienti ai negozi soprattutto in questo periodo. E in particolare gli abusivi operano una concorrenza sleale che provocherà ulteriori chiusure nel campo moda e abbigliamento.
Secondo Valter Gianmaria gli abusivi superano le 8mila unità solo nelle zone più centrali e salgono a quasi 20mila se si considera l’intero territorio comunale. Un esercito al quale il presidente di Confesercenti imputa la chiusura di mille negozi nel settore moda nel solo 2016. I consumatori, infatti, osservano guardinghi le vetrine per verificare che siano stati applicati dei reali sconti, ma poi si voltano dall’altra parte e trovano i classici lenzuoli coperti da borse di Gucci, portafogli di Hermes, cinture di Prada. Tutto rigorosamente made in Cina o India (a volta anche in Campania) sfruttando manodopera minorile, senza alcuno smaltimento corretto dei materiali tossici.
Il quotidiano Il Tempo ha percorso le principali vie dello shopping cittadino tra sabato e domenica, contando una infinità di abusivi. Viale Marconi, via Tuscolana, via Ottaviano e così via. Ma i passanti, intervistati dalla giornalista del Tempo, si sono lamentati molto anche per le bancarelle autorizzate: “Spesso si allargano a tal punto che non si riesce più a passare sui marciapiede”, hanno dichiarato diverse persone che passeggiavano su viale Marconi. Dunque il tema dell’ambulantato resta legato a doppio filo tra abusivi e regolari, con i secondi a far da padrone su tutti i marciapiedi di Roma. “Se non ci fossero loro – assicura Massimiliano De Toma di Federmoda Confcommercio – gli affari per i negozi andrebbero molto meglio”.
Le associazioni di categoria dei commercianti chiedono alla Sindaca e all’assessore Meloni il ritorno della polizia annonaria, un corpo soppresso diversi anni fa e dedicato proprio al rispetto delle regole nel commercio. D’altronde una stretta su bancarelle regolari e venditori abusivi è indispensabile: dopo la proroga dell’entrata in vigore della direttiva Bolkestein al 1° gennaio 2019, è probabile (anzi certo) che a Roma nulla cambierà nei prossimi due anni. Un tempo lunghissimo durante il quale il Campidoglio potrebbe effettuare controlli sui banchi che appendono la merce agli ombrelloni, usano gruppi elettrogeni inquinanti, parcheggiano il furgone in doppia fila e evadono il fisco. Riportare legalità nel settore porterebbe benefici a tutto il commercio romano, dato che oggi ben 4 prodotti su 10 vengono venduti in strada da ambulanti più o meno regolari.
La classe politica romana sembra non prestare attenzione al problema. Nella precedente consiliatura l’assessore Leonori aveva intrapreso un percorso virtuoso censendo, per la prima volta, gli ambulanti. L’attuale giunta sembra invece del tutto schierata con i bancarellari, essendosi battuta per un rinvio sine die della Bolkestein. In Assemblea Capitolina si sta distinguendo Alessandro Onorato, della Lista Marchini, che ha fatto dura opposizione alle scelte pentastellate a favore delle bancarelle e che non ha mancato di sottolineare l’assurda situazione dei saldi con i negozi vuoti e le bancarelle straripanti
Fare impresa a Roma risulta sempre più difficile a meno che non si faccia parte di potenti lobbies che possono permettersi di non rispettare le regole. In nessun’altra città d’occidente vi sono così tanti ambulanti, regolari o abusivi. Una peculiarità che si avverte a Roma soprattutto durante i saldi.