L’ultimo intervento in grande stile da parte delle istituzioni risale al 2015. Da allora, più volte erano stati effettuati allontanamenti di piccoli gruppi di persone ma uno spiegamento di forze come quello di ieri non si vedeva da oltre cinque anni.
Alle 8 del mattino, la Polizia Locale e gli addetti Ama sono intervenuti numerosi per sgomberare la scarpata di via Mascagni, purtroppo abitata da senza fissa dimora e persone disagiate. Una parte del quartiere Africano compresa tra piazza Gondar, viale Libia, viale Somalia e la Tangenziale Est è stata eletta a domicilio di molti rom e rovistatori. La presenza di numerose aree verdi, circondate da una fitta vegetazione, rendono il luogo ideale per nascondere la merce recuperata nei cassonetti e non solo.
Le persone, infatti, si addentrano nella boscaglia, portano materassi, reti di letto, bombole del gas e si insediano. Ieri, per effettuare la pulizia, gli uomini Ama hanno tagliato le piante che facevano da schermo portando alla luce oggetti di tutti i tipi. Molti rifiuti sono stati rimossi, altri sono ancora lì perché i camioncini della Municipalizzata non avevano più posto. Torneranno, si spera, per portare via altre masserizie.
Dopo l’intervento, siamo entrati nella scarpata e abbiamo trovato una situazione davvero degradata. C’è di tutto da vecchi lavandini a cuscini, giocattoli, guaine di cavi elettrici.
Pensare che qui vivano delle persone, esposte al freddo, alle intemperie e senza servizi igienici fa riflettere. Alcuni angoli sono trasformati in latrine e piccole discariche di cibo avariato. L’odore è nauseabondo.
“Ringrazio il Nae della Polizia Municipale, l’Ama linea decoro e le forze di polizia per la professionalità con cui hanno eseguito l’intervento“, ha scritto su Facebook Rino Fabiano, assessore all’ambiente del II Municipio. Da lui, dalla presidente Del Bello e dal consigliere Roberto Ferraresi è partita l’iniziativa della bonifica. Da tempo stanno mostrando attenzione alla scarpata. Due mesi fa era stato fatto uno sfalcio di rovi in un tratto abbandonato da anni e pochi giorni fa uno sgombero analogo era stato effettuato dalla parte opposta della Tangenziale Est, sotto Ponte delle Valli.
Il lavoro costante del Comitato Via Mascagni Cittadini Attivi sta dando i suoi frutti. Non solo il parco lineare lungo un chilometro adesso è curato dai volontari, ma il loro impegno ha sollecitato le istituzioni locali ad intervenire con costanza. E occorre riconoscere uno sforzo che in passato non c’era.
Tra le persone sgomberate diversi senza fissa dimora, rovistatori e anche un italiano. La sua storia è stata raccontata ieri dal cronista di RomaH24: l’uomo, di origine sarda, ha seri problemi di alcolismo ma alla vista degli agenti ha chiesto di essere aiutato e curato. E’ stato accompagnato in un centro di recupero. C’è da sperare che possa uscire dal tunnel dell’alcol e certamente non avrebbe ottenuto l’aiuto necessario se ieri non fosse stato effettuato lo sgombero.
L’allontanamento di queste persone, infatti, non va visto solo come un’operazione di decoro ma anche di assistenza per chi ha davvero voglia di essere aiutato. Ovviamente chi preferisce vivere di espedienti continuerà a farlo altrove, ma c’è sempre qualcuno che non aspetta altro che una mano tesa. Purtroppo in un momento difficile come quello che sta vivendo l’Italia, con la scarsità di lavoro già cronica e ora aggravata dalle chiusure volute dal Governo per il virus, chi era ai margini ha ancora meno possibilità di recupero. Ecco perché non dobbiamo girarci dall’altra parte quando vediamo accampamenti e insediamenti.
C’è poi il tema decoro, non da sottovalutare, ma ovviamente viene in secondo piano rispetto alla dignità di vita delle persone. I residenti, però, sono esasperati. Ad ogni ora del giorno vedono gruppi di recuperanti che entrano e escono dalla scarpata carichi di materiale. Bivaccano nel giardino sovrastante il parcheggio posto all’angolo con viale Somalia e lì lasciano resti di cibo e bottiglie. Tenere pulita l’area da parte dei volontari è una fatica impossibile.
Ora che lo sgombero è stato effettuato, c’è da sperare che in poche settimane la situazione non torni quella di prima sia per la dignità di queste persone, sia per la tranquillità dei residenti della zona.
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