I racconti sull’inefficienza della Roma-Lido si sprecano, quasi a imitare scene fantozziane, con i malcapitati pendolari che da anni soffrono un disagio continuo. Corse cancellate, treni stracarichi, temperature africane d’estate e polari di inverno. Il rapporto Legambiente Pendolaria 2015 l’ha incoronata la peggior linea di Italia. L’ex assessore ai trasporti Esposito, di fronte all’ennesimo guasto e alla rivolta dei viaggiatori, confessò di non avere soluzioni, proponendo addirittura il rimborso del biglietto a tutti.
Insomma una situazione di perenne emergenza che ricorda più una vecchia tradotta del far west, piuttosto che una linea di una moderna città europea.
Il dato clamoroso al quale nessuno pone attenzione è che la Roma-Lido conta una media di 70 mila passeggeri al giorno, quasi quanto l’intera rete dell’alta velocità del Paese.
Che Atac non sia stata in grado di assicurare un servizio minimamente efficiente è fuori discussione. Ma come risolvere? Le soluzioni al momento sono due:
- 1. proseguire nella gestione Atac e finanziare l’ammodernamento e la trasformazione in metropolitana con 180 milioni di euro (secondo quanto richiesto da Atac stessa);
- 2. affidare la gestione ad un consorzio di imprese pubblico/private che hanno avanzato la loro candidatura in cambio della gestione della linea per 25 anni.
Prima di andare avanti, analizziamo brevemente la proposta dei privati. A guidare il consorzio sono i francesi di Ratp Dev, l’azienda che gestisce il metro parigino, assieme a Ansaldo Breda, Ansaldo STS, Salcef, Cilia Italia e Architecna. L’investimento necessario sarebbe di 447 milioni, 219 dei quali finanziati dalla Regione Lazio che dovrebbe pagare anche un canone annuo di 44 milioni per i primi 4 anni e di 78 milioni per il periodo restante. In cambio il consorzio promette un servizio di metropolitana efficiente con passaggi ogni 6 minuti.
Una conferenza dei servizi ha cominciato il lavoro di analisi da qualche settimana e si dovrà esprimere sulla congruità della proposta. Ma da subito si sono levate le voci contrarie. Athos De Luca, bravissimo ex consigliere comunale Pd, ha parlato di spezzatino e di regalo ai privati. I consiglieri regionali di Sel hanno interrogato l’assessore Civita, preoccupati del futuro dei collegamenti per Ostia. Il Comitato Pendolari teme per il rincaro del biglietto.
In realtà si dovrebbe essere preoccupati se la situazione restasse quella attuale. Non sappiamo se la proposta del consorzio italo-francese sia congrua e conveniente per le istituzioni. A prima vista il finanziamento sembrerebbe sbilanciato a carico della Regione, ma una valutazione approfondita va ancora fatta.
Il timore che si regali a qualcuno (privati o stranieri) un servizio pubblico ci sembra senza fondamento. Potremmo citare celebri giuristi che hanno spiegato come i privati possono svolgere servizio pubblico che non è tale solo se erogato dallo Stato o dagli enti locali. Ma basta guardarsi intorno, pensare a quello che è accaduto negli ultimi anni in tutti i settori: dalle telecomunicazioni, ai servizi pubblici essenziali (acqua, elettricità, gas), al trasporto aereo. Nessuno può negare che Easyjet o Ryanair svolgano un servizio pubblico e che offrano tariffe concorrenziali. Così come nessuno può negare che gli operatori telefonici Tre, Wind, Vodafone o le aziende elettriche Sorgenia, Edison e così via siano altrettanto “pubbliche” nella loro offerta e nei loro servizi. Quello che ci preme sottolineare è il concetto generale (accettato ormai in ogni paese del mondo) che un servizio pubblico possa essere svolto dai privati, purchè lo Stato verifichi che i diritti di tutti siano rispettati e controlli la correttezza dell’offerta.
Anche il timore del Comitato Pendolari sul costo del biglietto sembra di facile soluzione. Nell’accordo di servizio, infatti, si potrà imporre un tetto massimo agli aumenti, anche in considerazione del fatto che una gran parte del finanziamento resta a carico della Regione.
Insomma i timori di alcuni sembrano più ideologici che reali. Ma ciò non toglie che l’ipotesi privati vada studiata a fondo e ne vadano sviscerate tutte le eventuali criticità. Un dato però non ci torna: se il costo per l’ammodernamento e la trasformazione in metropolitana è stato valutato dal consorzio in 447 milioni, come fa Atac a farsene bastare 180? Quale delle due versioni sembra più credibile? Se Atac ha davvero l’asso nella manica perché non l’ha tirato fuori fino adesso?
Una sana amministrazione deve valutare i fatti e non giudicare in base alle ideologie e i fatti sono che Ratp guida una delle metropolitane più puntuali al mondo, mentre Atac è l’azienda di trasporto più disastrata e inefficiente d’Europa.