C’è l’imbarazzo della scelta oggi a leggere i commenti sull’incredibile post che il Sindaco Virginia Raggi ha deciso di pubblicare ieri sulla sua pagina Facebook. Non ci sarebbe stato quindi alcun bisogno che anche noi dicessimo la nostra, dal nostro minuscolo pulpito. Senonché noi davvero malsopportiamo di essere presi in giro ed in qualità di romani non possiamo non sentirci presi in giro da un Sindaco che riceve un rinvio a giudizio e si rallegra perché invece di due reati gliene viene contestato uno solo. Ecco il testo del post:

 

Apprendo con soddisfazione che, dopo mesi di fango mediatico su di me e sul MoVimento 5 Stelle, la Procura di Roma ha deciso di far cadere le accuse di abuso d’ufficio.

Secondo i pm di Roma ho rispettato la legge nella scelta del capo della segreteria politica e del dirigente al dipartimento Turismo ed è stata chiesta l’archiviazione per ambedue le ipotesi di reato.

Per la Procura ho seguito tutte le norme. Non ci sarebbe mai stata alcuna promozione che non doveva essere fatta come volevano far credere Pd e destra. Non avrei commesso alcun reato per la nomina di Salvatore Romeo: non c’è mai stato alcun ingiusto aumento dello stipendio.

Un’accusa infamante riportata per mesi dai giornali e cavalcata dall’opposizione nel tentativo di screditare me ed il MoVimento 5 Stelle. Così come non ci sarebbe alcun abuso nella nomina di Renato Marra.

Lo ripeto: ritengo di aver agito secondo la legge. Dopo mesi di indagine, lo attesta la stessa magistratura inquirente.

Per mesi i media mi hanno fatta passare per una criminale, ora devono chiedere scusa a me e ai cittadini romani. E sono convinta che presto sarà fatta chiarezza anche sull’accusa di falso ideologico.

Abbiamo sempre avuto grande fiducia nella magistratura e continueremo ad averne.

 

Come si può leggere, tutto il testo verte sull’accusa di abuso d’ufficio su cui la Procura non ha ritenuto di procedere (non è quindi corretto scrivere che secondo i pubblici ministeri di Roma il Sindaco ha rispettano la legge nelle scelte dei dirigenti; semplicemente i giudici non hanno rilevato il dolo e quindi hanno deciso di non procedere) mentre riguardo l’accusa di falso ideologico il Sindaco dice solo che è “convinta che presto sarà fatta chiarezza“.

Peccato per il Sindaco Raggi che la chiarezza che lei auspica verrà fatta in un’aula di tribunale dove lei, che rappresenta la città di Roma, siederà nel banco degli accusati, costringendo così in qualche modo l’intera città a sedere a quel banco. E questa è una cosa di tale gravità che evidentemente solo la sua infinita superficialità non le fa cogliere.

 

Ma come, dopo mesi di indagini vieni ritenuta passibile di andare a giudizio penale, segno che i pubblici ministeri hanno in mano elementi di ragionevole fondatezza, e nella tua posizione di Sindaco della capitale d’Italia invece di ritirarti in un eremo a riflettere sul da farsi pubblichi un testo imbarazzante in cui chiedi le scuse da parte dei media?

Di fronte a tanta spocchia e sfrontatezza c’è solo da rimanere allibiti e da chiedersi cos’ha fatto di tanto male Roma per meritarsi tutto ciò.

 

Per il momento non possiamo far altro che continuare a registrare i record dell’attuale Sindaco di Roma: dopo essere stato il primo Sindaco donna, il più giovane, quello che per primo ha fatto mancare l’acqua ai nasoni romani (nella città che ha insegnato al mondo a irregimentare e gestire l’acqua, SPA incluse), temiamo di dover annotare il nuovo record di essere stato il primo sindaco di Roma rinviato a giudizio nel pieno delle sue funzioni (non abbiamo trovato alcun precedente).

 

Assodata l’irresponsabilità del Sindaco, cogliamo l’occasione per segnalare ai suoi dante causa nazionali che hanno poco da rallegrarsi perché i due reati più gravi per cui era indacata la Raggi sono decaduti. Stando infatti alle pene previste dal codice penale, il reato di falso ideologico è più grave dell’abuso d’ufficio; infatti per il primo è prevista la reclusione da uno a sei anni, mentre per il secondo la reclusione è da uno a quattro anni (parlare di possibile reclusione per un Sindaco di Roma in carica è da brividi!?!).

Comunque a chi abbia un po’ di buon senso non serve il codice penale per capire che per un pubblico ufficiale, specialmente se Sindaco, è molto più grave dire il falso in un atto pubblico che procurare a sé o a qualcun altro un ingiusto vantaggio.

E se è vero il detto che un’omissione è una mezza bugia, il Sindaco nell’incredibile post che abbiamo riportato appare addirittura un recidivo.

 

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