Lo scorso anno assistemmo alla sceneggiata della festa della Befana di piazza Navona. Al tempo il ruolo del personaggio principale lo giocò senz’altro il Municipio I, che di sua sponte e senza necessità alcuna lavorò in fretta e in furia ad un nuovo bando per l’assegnazione dei posteggi. Com’era facilmente prevedibile tale bando non poteva che servire a far rientrare in gioco i soliti noti titolari delle licenze ambulanti, gli stessi che avevano boicottato l’edizione 2014 della festa non ritirando i titoli a cui pur avevano diritto, ma quando la cosa si materializzò il Municipio cadde dalle nuvole, cercando anzi di scaricare le responsabilità sull’incolpevole allora assessore comunale Leonori.
Anche quest’anno il Municipio non ha saputo resistere alla tentazione di fare qualcosa per la festa della Befana, ma memore evidentemente della figuraccia rimediata lo scorso anno, e probabilmente grazie al nuovo assessore al commercio del Municipio che è di pasta ben diversa e migliore del suo predecessore (che però è stato ritenuto degno dalla Presidente Alfonsi di prendersi la responsabilità dei lavori pubblici), si è limitato a passare la patata bollente all’amministrazione comunale chiedendo che venga modificata la dicitura della festa. Così spiega la Presidente Alfonsi sul suo facebook:
“Ancora sulla Festa della Befana.
La questione non è difficile da capire, ma forse non si vuole capire oppure si vogliono fornire false spiegazioni.
Il testo generale sul Commercio del Comune di Roma (Delibera del Consiglio Comunale n.35/2006) all’art.19 inserisce nella categoria delle fiere la Festa della Befana di Piazza Navona. Le fiere sono regolamentate dalla Deliberazione del Consiglio Regionale del Lazio n.139/2003 e dall’art. 70 dell’intesa raggiunta nella Conferenza Unificata Stato – Regioni in data 5 luglio 2012.
Se vogliamo una Festa della Befana riqualificata dal punto di vista della qualità e rispettosa del principio della garanzia della più ampia partecipazione degli operatori economici, l’unica possibilità è quella che l’Assemblea Capitolina – unico soggetto titolato a farlo – tolga la Festa dalla categoria delle Fiere.
È semplice, e non ci vuole molto.
QUESTO È QUELLO CHE SI DEVE FARE SE VERAMENTE SI VUOLE CAMBIARE.”
Mossa senz’altro furba quella del Municipio (viene magari da chiedersi perché lo scorso anno le cose non furono altrettanto chiare per la Presidente, essendo finita contro il muro dell’ANAC di Cantone col nuovo bando della festa della Befana). In questo modo infatti da una parte si dimostra ad una categoria, che evidentemente così tanto deve stargli a cuore, che l’amministrazione continua a fare del proprio meglio per restituirgli quello che costoro devono ancora considerare un maltolto, ossia le preziosissime concessioni che avevano su piazza Navona per la festa della Befana. Dall’altra però evita l’ennesima brutta figura investendo il concorrente politico in Comune di una questione così scottante e complicata.
Ma vediamo come l’amministrazione 5S sta rispondendo alla mossa del Municipio.
Ebbene sì può senz’altro dire che anche in questo caso il movimento dimostra quanto variegata e contradditoria possa essere la sua composizione, rilevandosi due approcci apparentemente opposti nei due organi politici con responsabilità sul commercio.
Da una parte abbiamo infatti l’assessorato al commercio guidato da Adriano Meloni che ha fin da subito dichiarato che a legislazione vigente per l’edizione di quest’anno nessun intervento è possibile sulla festa della Befana.
Dall’altra vediamo invece la Commissione Commercio in Comune che si è già riunita tre volte con all’ordine del giorno la festa della Befana di piazza Navona, con incontri che hanno visto sempre la presenza di un folto pubblico, probabilmente fatto in gran parte di operatori commerciali direttamente interessati alla festa. Da quel che ci è stato riferito nessuno di questi incontri ha avuto un esito particolarmente costruttivo ma ogni volta il Presidente della commissione Andrea Coia ha mostrato una sincera preoccupazione per l’impossibilità di fare qualcosa per intervenire sull’edizione di quest’anno della festa, ripetendo più e più volte di non capire il perché non si possa fare nulla.
L’atteggiamento del Presidente fa pensare che probabilmente egli ha bisogno di studiare un po’ meglio i dossier che vengono sottoposti alla sua commissione, essendo inutile ed anzi costoso e controproducente insistere con convocazioni della commissione che non possono portare a nulla pur avendo un costo per la collettività (ad ogni riunione i commissari maturano infatti i gettoni di presenza, ed i rappresentanti del M5S dovrebbero essere i primi a sapere che non è etico sprecare il denaro dei contribuenti in riunioni inconcludenti). Inoltre è evidente che anche il Presidente Coia deve essere particolarmente sensibile alle esigenze di un ristrettissimo numero di operatori commerciali interessati alla festa della Befana, se per cercare di trovare una soluzione si loro problemi ha monopolizzato (peraltro inutilmente) le ultime riunioni della sua commissione.
Stando anzi ad una recente conversazione di Coia con Romatoday, l’intenzione del Presidente sarebbe quella di andare addirittura contro il parere dell’ANAC che prevede tre mesi minimi di preavviso per ogni nuovo bando, giudicando queste termine non perentorio. L’impressione è quindi che quest’anno l’ennesimo imbarazzante tentativo di rimettere in gioco gli operatori tradizionali della festa non lo vedremo condotto dal Municipio bensì dalla Commissione Commercio del Comune. Alla faccia dell’aria nuova che il M5S doveva portare nelle istituzioni!?!
E dire che a Roma non mancano certo problemi attinenti al commercio con impatti un filino più generalizzati di quelli della festa della Befana di piazza Navona.
E così come abbiamo fatto con l’assessore Meloni (che ha risposto con intelligenza alle “lezioni” che abbiamo voluto indirizzargli), vediamo di suggerire al Presidente Coia una serie di temi di cui, a nostro modestissimo avviso, la sua commissione dovrebbe occuparsi con somma urgenza:
- l’invasione di pizzerie, kebab, gelaterie, negozi di souvenir e minimarket che ha ormai stravolto il centro storico, ma non solo, sfruttando la normativa che in teoria dovrebbe tutelare le attività artigianali; purtroppo il danno è in gran parte fatto ma esempi come quello di Firenze dimostrano che con la giusta volontà politica si può mettere un freno all’invasione e forse anche farla regredire almeno in parte;
- le norme che regolano l’occupazione di suolo pubblico premiano gli abusi, favorendo l’evasione dei canoni e la concorrenza sleale degli esercenti più spregiudicati (peraltro sempre più “pregiudicati”, stando alle cronache); in una città che continua a registrare una percentuale intorno al 70% di OSP abusive, la necessità di rivedere le norme è ormai improrogabile;
- l’ambulantato a Roma ha raggiunto numeri da vera e propria invasione (superando il numero di licenze cittadine il totale di quelle di Umbria, Toscana ed Emilia Romagna) con pratiche commerciali diffusamente illecite, tali da suggerire interventi normativi correttivi quand’anche non si fosse pregiudizialmente contrari al commercio ambulante (come invece dimostra sempre più di essere la stragrande maggioranza dei cittadini);
- anche l’abusivismo nelle attività ricettive è a livelli di emergenza, con evasioni colossali della tassa di soggiorno, concorrenza sleale diffusa, standard qualitativi sempre più bassi e problemi di sicurezza sempre più gravi (sia per strutture fuori norma e quindi pericolose, che per il rischio di movimenti incontrollati di sospetti e terroristi).
E queste sono a nostro avviso solo le principali emergenze, potendosi poi occupare, solo che lo si volesse, di come intervenire sul commercio cittadino per migliorarne la qualità e quindi la redditività.
Tra i temi di cui sopra, di chiaro respiro generale, e gli interessi di qualche decina di esercenti interessati a riprendersi i banchi della festa della Befana, cosa deciderà di affrontare il Presidente Coia nelle prossime riunioni della Commissione Commercio?
Staremo a vedere. Nel frattempo non possiamo non notare che il grande successo di pubblico delle riunioni sulla festa della Befana, con la stanza riunioni traboccante di persone molte delle quali in piedi, suggerirebbe al Presidente Coia di trasmetterle in streaming. Quale occasione migliore infatti per dimostrare che l’amministrazione vuole effettivamente mettersi al servizio dei cittadini, consentendogli di seguire direttamente i lavori della commissione su un tema tanto caldo?