Riceviamo e pubblichiamo da parte di Lorenzo Santovicenzo (già membro dell’Associazione Bastacartelloni e del Coordinamento Residenti Centro Storico) questo commento sulla situazione politica attuale. Sebbene non sia condiviso del tutto dalla redazione, come nostra abitudine diamo spazio ad ogni contributo interessante che ci viene inviato.
Erano quattro anni che non tornavo a Roma e ci restavo per un periodo più lungo dei pochi giorni che gli impegni lavorativi e personali mi avevano fino ad ora concesso.
Perciò, ho avuto modo di osservare la città ed i suoi abitanti con tempo e calma, avvantaggiato dal distacco che consegue alla stabile permanenza all’estero ed ai numerosi viaggi in Europa e oltreoceano.
Ero partito che imperava ancora l’amministrazione Alemanno (rectius: AleDanno) che –purtroppo- avevo ben conosciuto poiché per diversi anni avevo collaborato con le associazioni del centro storico di Roma.
D’altra parte, rammento perfettamente la primavera del 2013, allorché fu eletto Marino; in particolare quando “osai” affermare che a mio parere il medico genovese era del tutto inadeguato al ruolo di sindaco, e la sua candidatura era il frutto velenoso di una politica che non aveva strategie, idee, competenze e uomini da proporre, a destra come a sinistra.
E che il consiglio comunale era composto da soggetti ugualmente inadeguati, compromessi, espressione di un modo di amministrare tutt’altro che votato all’interesse pubblico.
Rischiai il pubblico linciaggio, mi furono addirittura imputate simpatie a destra (a me?!!) oltre a qualche calunnietta qua e là; lasciamo perdere, non mi interessa sottolineare il “ve lo avevo detto”, e neppure stigmatizzare l’ipocrisia di chi all’epoca osannava Marino come il salvatore di Roma ed ora lo vorrebbe vedere crocefisso su Piazza del Campidoglio.
Preferisco provare a fotografare la realtà con la maggiore obiettività possibile.
E la sintesi è facilissima: non è mutato assolutamente nulla rispetto agli anni bui dell’amministrazione Alemanno.
I problemi, le questioni, i nodi, sono tutti lì irrisolti ed in qualche caso aggravati dall’incompetenza e dalla sciatteria della giunta Marino.
I trasporti pubblici sono a pezzi, il degrado della città immutato, l’urbanistica senza governo, la sicurezza inesistente, l’economia cittadina in coma, lo sperpero delle risorse pubbliche intollerabile.
Il fallimento è tutto qua.
Qual’è la soluzione, se c’è?
La soluzione sono i romani, il cui livello di partecipazione alla vita pubblica è pari ad un elettrocardiogramma piatto: in una parola se ne fregano, a parte poche eccezioni di cui dirò; e pensano ancora che affidandosi alla politica, ovvero delegando la soluzione dei loro problemi ad un altro salvatore della città, avvenga “il miracolo” della rinascita di Roma.
Non hanno compreso che non basta il mero esercizio del voto, ma che è necessario impegnarsi in prima persona, spendere tempo, energie, risorse personali per esercitare quel dovere civico di partecipazione alla vita della città che è l’unica chance di salvezza.
E non è sufficiente nemmeno essere ligi alle regole, non parcheggiare in doppia fila, fare la differenziata, pagare il biglietto del tram: non basta più essere cittadini corretti, per fronteggiare il disastro bisogna fare di più.
Come? Faccio tre esempi che conosco perfettamente e che tutti possono valutare.
In primo luogo la vicenda dei cartelloni.
Se si è giunti ad una regolamentazione dell’uso degli spazi pubblici per la pubblicità sugli impianti outdoor finalmente decente, tale da costituire un argine al degrado imperante e ripulire la città, non è per merito della Giunta Marino – che ne rivendica tre volte al giorno il merito – ma dei comitati ed associazioni di cittadini che per almeno cinque anni hanno studiato, lottato, presidiato le sedi istituzionali, proposto, seguito gli iter amministrativi, conflitto con lobby ed amministratori indegni, e con una dedizione e sacrifici personali che la maggior parte dei romani non conoscono e non sono disposti a fare.
Se non fosse stata esercitata quella pressione fatta non solo di manifestazioni e articoli di giornale, ma di approfondimento costante e quotidiano di tutte le questioni legate alla cartellonistica, col cavolo che la giungla del 2010 sarebbe stata disboscata.
E quando l’assessore al commercio rivendica il merito del suo operato, lo fa senza titolo: ha fatto esclusivamente il suo dovere, richiamata continuamente al suo compito dai cittadini di quelle associazioni.
In secondo luogo, la questione del Cinema America in Trastevere.
E’ stata l’azione congiunta di alcuni comitati e di un gruppo di giovani cittadini di Roma, attivi fin dal 2008 e che sono arrivati fino ad esercitare l’azione giudiziaria, che ha permesso di scongiurare la distruzione di una struttura storica per meri fini speculativi; e ricordo bene gli sponsor politici di quello sciagurato progetto, i quali siedono ancora oggi negli scranni del consiglio municipale e di quello comunale, e rivendicano ora una vittoria che non gli appartiene: opportunismo d’accatto.
Infine, il problema dell’uso degli spazi pubblici, ovvero delle Occupazioni di Suolo Pubblico OSP, per bar, ristoranti e similia.
Se la situazione è un poco migliorata, invero, non è certo per merito della giunta Marino e del Municipio del Centro Storico, ma di alcune associazioni di cittadini che dal 2009 pungolano continuamente l’amministrazione cittadina, fino al punto da beccarsi insulti e contumelie.
Anche in questo caso la p.a. ha esercitato il suo ruolo facendo rispettare le regole e quindi non ha particolari meriti.
Perciò, cari ex concittadini, invece di cianciare inutilmente di Marino & co, che era ed è inadeguato a governare Roma come lo era Alemanno (ed entrambi li avete eletti voi), rimboccatevi le maniche e mettete da parte la vostra tradizionale disillusione ed il vostro egoismo.
Altrimenti, quando vi lamentate della città nella quale vivete, vi si può rispondere che la città è la vostra e spetta a voi non ad altri farla rinascere.
Lorenzo Santovincenzo