Si occupano del Referendum e dimenticano la città

consiglio-comunale

 

Il nostro sito non si occupa e non si occuperà del Referendum costituzionale. Lo stanno facendo già in troppi e non si sente il bisogno di altre parole sul NO o sul SI. Preferiamo seguire le cose di Roma, la città che più di tutte le altre vive una decadenza senza precedenti.

Immaginavamo, anzi eravamo sicuri che la Sindaca Raggi e la maggioranza 5stelle facessero lo stesso: oberati dagli impegni per rimettere in sesto la capitale non avessero il tempo di fare politica nazionale. E invece – come se non fosse bastata la comparsata della Raggi a Palermo alla convention grillina mentre mezza giunta si dimetteva; come se non fosse stata sufficiente la partecipazione di domenica al comizio con Grillo – ieri abbiamo assistito alla più inutile delle giornate del consiglio comunale di questi ultimi anni.

Ore di dibattito, liti, dichiarazioni, riunioni della capigruppo per arrivare all’approvazione di una mozione sul NO al Referendum. Un’offesa al buon senso, ma soprattutto una presa in giro dei 600mila elettori che hanno votato 5stelle per occuparsi di Roma. L’Aula capitolina, da quando governa il M5S, ha il record del minor numero di delibere approvate. Finora non ha discusso neanche una questione di reale importanza per la città e invece di dare finalmente impulso al governo dei problemi si impantana su una sciocca mozione che non serve ad un fico secco.

E’ una scelta politica senza precedenti. Il Pd dal canto suo, ieri in aula, ha mostrato la sua pochezza accusando il presidente De Vito e la Sindaca Raggi di presentare una mozione contro il Regolamento consiliare o di averlo fatto in base all’articolo sbagliato. Ma – permetteteci – chi se ne frega del Regolamento! Se anche avesse consentito questo tipo di mozione è la decisione politica ad essere folle ed insensata. Nello stesso momento in cui il capogruppo grillino Ferrara discettava del governo Renzi, della modifica della composizione del Senato, dei padri costituenti, le strade di Roma erano invase dagli ambulanti che manifestavano contro la direttiva Bolkestein. Gli uffici dell’assessore Mazzillo annaspavano per chiudere un bilancio che non quadra. La riforma degli impianti pubblicitari era ferma perchè deve ripassare in consiglio. Il piano sulle nuove preferenziali e sulla governance di Atac restava al palo.

E’ come quel chirurgo che organizza convegni mentre il suo paziente muore sul tavolo operatorio. Quando nel 2009 Walter Veltroni decise di dimettersi da Sindaco per candidarsi a premier contro Silvio Berlusconi, dai neonati meet-up romani del 5stelle si alzarono voci grosse contro un primo cittadino che abbandonava la nave. Nella affollata conferenza stampa durante la quale Veltroni annunciò il suo passo, tutti lo accusarono di pensare alla politica nazionale e di trascurare Roma preconizzando una pesante sconfitta per il Pd sia a Roma che in Parlamento. Quel gesto portò Gianni Alemanno al Campidoglio e Berlusconi al governo.

La Raggi, che finora non ha mostrato il minimo guizzo, la minima capacità di svolta, può permettersi di dedicare le proprie giornate alla battaglia referendaria, impegnando l’Aula in voti superflui? Non si tratta più di inesperienza politica o di tempo insufficiente per padroneggiare la macchina capitolina. Questa è solo incapacità di governare e capire i reali problemi di Roma.

 


 La foto della seduta di ieri è tratta da il Messaggero Tv

 

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