Nell’ambito della visita fatta ieri al Colosseo, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha parlato di nuovo dell’idea di rendere a pagamento l’ingresso al Pantheon:
“Il Pantheon ora è gratuito, adesso stiamo riprendendo un vecchio accordo che c’era stato tra la Curia, il comune di Roma e il ministero della Cultura per cercare di introdurre un biglietto, magari tutelando tutta una serie di categorie, magari verificando se i cittadini di Roma possano essere esentati dal pagamento.”
Nel 2016 era stato siglato infatti un accordo tra l’istituzione vaticana e il MiBact che avrebbe dovuto portare all’introduzione di un biglietto d’ingresso al Pantheon. L’allora ministro Dario Franceschini, promotore dell’iniziativa, contava di renderla operativa entro la fine della passata legislatura, ma problemi organizzativi (il Pantheon è anche un luogo di culto dove devono poter accedere liberamente i fedeli durante le celebrazioni) e l’opposizione della passata amministrazione capitolina, con l’assessore Luca Bergamo in testa, avevano bloccato la cosa.
Oggi la situazione vede il Comune di Roma favorevole all’idea, come ha dichiarato il sindaco Gualtieri, soprattutto nel caso di esenzione per i cittadini romani, per cui la nuova iniziativa del ministro Sangiuliano ha buone possibilità di andare in porto.
Il Pantheon è tra i siti museali più visitati d’Italia ed è stato il primo in classifica, con oltre 9 milioni di visitatori l’anno, nel 2019, ultimo anno prima della pandemia.
Con un biglietto che da sempre è stato ipotizzato a 2 euro, si parla di quasi 20 milioni di euro di incassi che sarebbero spesi per la manutenzione della struttura e degli spazi limitrofi, oltre ad una parte che finirebbe in un fondo di solidarietà, come fanno il Colosseo e tutti gli altri musei.
A chi scrive l’ingresso a pagamento al Pantheon appare del tutto ragionevole, considerate l’importanza e la valenza del monumento e il numero di visitatori che esso richiama. La gratuità per i residenti di Roma è però un aspetto centrale, perché manterrebbe per i romani la possibilità di vivere il Pantheon come uno spazio “familiare”, un luogo dove entrare anche se di passaggio sulla piazza per farsi stupire da una delle meraviglie del nostro passato remoto.
D’altronde i romani con le loro tasse contribuiscono a mantenere gli innumerevoli luoghi di cultura cittadini, per cui si potrebbe considerare l’idea concedervi l’ingresso gratuito, magari anche solo uno l’anno per i siti museali più grandi.
La possibilità di una visita gratuita all’anno al Colosseo, agli scavi di Ostia Antica o ai musei civici avvicinerebbe probabilmente molti romani a luoghi altrimenti percepiti come “distanti”, parte di un pezzo di Roma più adatto ai turisti che ai romani stessi.
C’è poi una categoria di cittadini, gli studenti, per cui i siti museali sono sempre gratuiti, ma per motivi diversi, in genere non dipendenti dai diretti interessati, si direbbe che costoro non approfittino minimamente di una tale opportunità.
Chi scrive ha fatto l’intero percorso di studi a Roma, benché ormai nella notte dei tempi, e mai è stato portato in visita scolastica nei siti museali più importanti di Roma (Colosseo e Fori, Musei Vaticani, Ostia Antica, ecc.). Purtroppo un’esperienza simile ha vissuto la mia prole, per cui l’impressione è che vi sia la tendenza a considerare scontato il patrimonio artistico in cui siamo immersi, come se bastasse passarvi accanto per coglierne i benefici.
Potrebbe anche darsi che quello mio personale sia un caso sfortunato, ma le scolaresche che mi è capitato di vedere spesso nei musei all’estero non mi sembra proprio siano presenti in egual numero nei siti museali di Roma.
Perché allora non prevedere una sorta di cursus honorum per gli studenti romani, inteso come l’obbligo di aver partecipato a visite guidate nei maggiori siti culturali della città per poter completare ognuno dei corsi di studio?
Benché i problemi che sulle nostre pagine affrontiamo quotidianamente rendano la vita molto difficile, abitare a Roma è pur sempre un privilegio, che consente ad esempio di godere liberamente di luoghi straordinari come piazza Navona o la Fontana di Trevi oppure del Pantheon (la cui fruizione dovrà quindi rimanere gratuita per i romani); ma a tale privilegio dovrebbe combinarsi il dovere, soprattutto per le nuove generazioni, di conoscere a fondo le radici e la storia del luogo in cui si vive, per mantenerne vivo il valore e per costruirvi sopra il proprio futuro.