Ha fatto molto scalpore l’incidente dell’altra sera in via Cristoforo Colombo, quello in cui ha perso la vita un ragazzo di 18 anni investito da un’auto mentre camminava sul marciapiede.
Sarà la giovane età, sarà che è successo su un luogo che dovrebbe essere sicuro per i pedoni, sarà che i genitori del ragazzo sono conosciuti giornalisti (e a loro va la nostra sincera vicinanza), ma questa ennesima tragedia stradale a Roma ha smosso qualcosa di più.
La premier italiana in pectore, Giorgia Meloni, ha espresso vicinanza alla mamma del ragazzo …
… e l’Assemblea Capitolina ieri ha aperto i lavori della seduta con un minuto di silenzio in segno di vicinanza alla famiglia.
Anche sui social l’indignazione è montata più del solito, molto più di quello che si vede in genere con le quasi giornaliere tragedie che accadono sulle strade romane.
Purtroppo però, a dispetto di tutti questi segnali, temiamo che anche questa volta non cambierà nulla, che da oggi, anzi da ieri, si continuerà ad ignorare il Codice della Strada (CdS), ad andare alla velocità che si vuole, a bruciare i semafori, a parcheggiare senza alcuna regola, ad utilizzare il cellulare alla guida, a guidare in tutte le condizioni, consentite o meno, tanto è praticamente impossibile subire controlli (chi scrive guida a Roma da quasi 40 anni e non ha mai subito un controllo del tasso alcolemico).
Ad aprile avevamo parlato della decisione della Giunta Capitolina di mettere in sicurezza 70 incroci stradali a massimo rischio, ma nel contempo avevamo riportato il calcolo fatto dalla Rete Vivinstrada per una misura così limitata: altre 200 persone sarebbero morte sulle strade romane entro la fine del 2023 (data prevista di completamento della messa in sicurezza dei 70 incroci)!
Ebbene i morti che continuiamo a contare con frequenza quasi quotidiana dipendono anche da quella decisione della Giunta, dall’essersi limitati a lavorare su un numero ristrettissimo di luoghi, senza provare ad attaccare i problemi macroscopici del traffico a Roma.
Alla base di tutto c’è il totale mancato rispetto di praticamente tutti gli articoli del CdS, senza che né la Polizia Locale, né le altre forze dell’ordine provino a fare qualcosa.
A Roma si guida “a sensazione”, si va forte a volontà, si sorpassa senza regole, si lasciano auto e moto dove si vuole, si ignorano i pedoni anche a costo di ammazzarli, nessuno si pone mai il problema di evitare di bere per non mettere in pericolo sé stesso e gli altri, l’uso del cellulare alla guida è la norma, e tutto questo accade sì perché i romani sono indisciplinati, ma soprattutto perché hanno la pratica certezza di non rischiare nulla.
È questo generalizzato lassismo che va immediatamente attaccato, perché l’unico modo per ridurre drasticamente gli incidenti stradali (come ha dimostrato il caso Norvegia) è assicurare un rispetto quanto più possibile ferreo delle norme del CdS.
L’unico modo per dare una scossa a questo stato di cose è mettere mano pesantemente alla Polizia Locale, sostituendo l’attuale inefficace comandante con qualcuno in grado di rivoluzionare il corpo e di metterlo di nuovo al servizio della città. A fine maggio sembrava che fosse giunto il momento per l’anelato avvicendamento, ma evidentemente al sindaco è mancato il necessario coraggio.
Peccato che continuare a trascinare un corpo inefficace, improduttivo, sostanzialmente inutile per la città costi morti e feriti sulle strade, a centinaia.
Una necessaria rivoluzione nella Polizia Locale è passo indispensabile per sperare di invertire la rotta a Roma, ma servono anche interventi tecnologici immediati: disseminare la città di autovelox e sistemi di controllo automatico del rosso, street control su larga scala per contrastare la sosta selvaggia, controlli sistematici dell’uso di alcool e droghe alla guida.
Non è ammissibile che in un anno di mandato non si sia riusciti ad introdurre neanche uno di questi sistemi. È assurdo che la Polizia Locale a Roma abbia degli etilometri solo perché gli sono stati regalati da qualche azienda.
Una tale disorganizzazione sarebbe accettabile con una situazione non drammatica sulle strade, ma con la strage in corso da anni, decenni, va messo in piedi un sistema del tutto nuovo, fatto di agenti motivati e ben diretti e di sistemi tecnologici all’avanguardia.
Tutto questo è materialmente impossibile per un sindaco ancora troppo distratto come Gualtieri, un sindaco che con una città che ogni giorno piange propri figli, come si fosse in guerra, si permette di andare in giro per il mondo a vendersi la storiella della città dei quindici minuti (peraltro malamente scimmiottata da Parigi).
A fine luglio ci fu lo schianto di un’auto a quasi 300 km/h sul GRA e passati quasi tre mesi la situazione è rimasta la stessa: sul GRA si può andare alla velocità che si vuole e sorpassare senza regole con la certezza di non rischiare nulla (se non la propria vita).
Un anno di mandato del sindaco di Gualtieri e sulle strade romane non è cambiata una virgola, si direbbe anzi che le cose siano peggiorate a causa dell’aumento del traffico privato.
È semplicemente inammissibile.
Questa deve divenire la priorità numero uno per Gualtieri.
2 risposte
Questi amministratori nostri dovrebbero essere cacciati a calci nel sedere, non fanno assolutamente nulla per prevenire i problemi, condivido in pieno il contenuto dell’articolo. Le strade scolastiche sono delle rarità, la municipale appare totalmente inefficace rispetto ai problemi della sicurezza stradale, nelle strade regna il caos, anche nella segnaletica. È necessario fare continuamente segnalazioni per segnalare ciò che dovrebbero vedere da soli. Per non parlare della quasi totale assenza di controlli automatici e la scarsità di quelli in persona. Il sabato notte e sempre più anche gli altri giorni ci dovrebbe essere il coprifuoco per quanto è pericoloso andare in giro
Dopo l’elezione il sindaco dovrebbe rimanere in carica “un anno” soltanto, per poi tornare al giudizio degli elettori-cittadini che giudicheranno il suo operato in quel lasso di tempo. Così il cosiddetto primo cittadino verrebbe bocciato o nel caso di efficienza rieletto per un successivo mandato di due anni, da rinnovare con lo stesso sistema e sempre per due anni, senza scadenza. Penso che così ci sarebbe più motivazione e meno lassismo da parte degli eletti per agire seriamente per il bene della città e dei cittadini.