Pochi giorni fa l’assessore allo Sport Alessandro Onorato è tornato a parlare dello Stadio Flaminio assicurando che entro due mesi sarà scelta una delle soluzioni sul tavolo. Si tratta di dare nuova vita ad un impianto bellissimo, progettato da Pierluigi e Antonio Nervi, chiuso da troppo tempo.
Onorato fa riferimento alle due proposte di cui si parla, una delle quali è stata formalizzata da Cassa Depositi e Prestiti, mentre l’altra – quella che sarebbe intenzionato a presentare il patron della Lazio Lotito – deve ancora concretizzarsi.
Entrambe le ipotesi, però, hanno un elemento in comune: non si parla solo di ristrutturare lo stadio e ammodernarlo, ma di prevedere una serie di attività nei dintorni, in uno spazio che parte dal Flaminio e arriva a Villa Glori.
Cassa Depositi e Prestiti, assieme al Credito Sportivo, hanno previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro per creare una cittadella dello sport e dell’intrattenimento. Il tutto dovrebbe essere raggiunto con un “project financing” che permetta di rientrare degli investimenti in cambio di una concessione per diversi anni su tutte le attività collaterali. In pratica intorno allo stadio sarebbero realizzati ristoranti, bar, piccole strutture sportive, campi da gioco che verrebbero affittati. Secondo il progetto, anche il Palazzetto dello Sport (riaperto domenica scorsa) dovrebbe rientrare nella concessione.
Dal canto suo, anche il presidente della Lazio Lotito, ha lasciato intendere che la squadra sarebbe interessata a fare del Flaminio lo stadio biancoceleste solo se potrà ottenere la concessione delle aree limitrofe dove realizzare impianti e commerci. Lotito vuole gestire il Palatiziano e pure il circolo del Tennis Paolo Rosi che distano poche centinaia di metri. La Lazio non ha avanzato una proposta formale ma è evidente che i colloqui siano proseguiti ed è a questi che probabilmente si riferiva l’assessore Onorato parlando di tre proposte sul tavolo.
La terza riguarda il governo nazionale che potrebbe inserire il Flaminio tra gli impianti dove giocare gli europei di calcio del 2032 ma questa soluzione sembra piuttosto lontana e poco concreta.
Nel frattempo l’ex Sindaca Raggi ha aggiunto che la famiglia Nervi non si opporrebbe a una riconversione dello stadio in impianto di una sola squadra (la Lazio ovviamente) e che già all’epoca della sua amministrazione, Lotito e i Nervi avrebbero trovato un’intesa per superare i vincoli architettonici che gravano sul Flaminio. Anche la nuova legge sugli stadi (il dlgs 38/2021) potrebbe agevolare questo passaggio. Lo spirito della norma, infatti, è semplificare le procedure per le società calcistiche che vogliono realizzare un impianto di proprietà.
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