Non ci siamo mai appassionati troppo ai confronti tra Roma ed altre città italiane o europee, un po’ perché Roma è senz’altro un unicum dove ogni soluzione adottata altrove deve in genere essere adattata, un po’ perché dai confronti la nostra città esce sempre estremamente male.
Facciamo oggi un’eccezione e parliamo di Milano, prendendo spunto dalla Milano Digital Week, alla seconda edizione quest’anno.
Si tratta di un “evento diffuso” in cui l’intera città diviene una piattaforma espositiva facendo da sfondo a centinaia di iniziative sparse su tutto il territorio cittadino.
Ecco la descrizione dell’evento dall’apposito sito web predisposto:
“Milano Digital Week 2019 parte dal fatto che la città è una piattaforma, un elemento ordinatore. Un elemento di sviluppo del singolo come della collettività. Abbiamo definito il tema come intelligenza urbana perché la città si nutre, appunto, di tutte le forze, di tutte le diversità, delle interazioni tra gli individui e la comunità. È l’intelligenza che si attiva, ovviamente, là dove nascono l’educazione, la formazione, la didattica. Oppure nei luoghi in cui si coordinano i momenti regolatori e di controllo: le centrali per la mobilità, gli ambiti che presiedono alla sicurezza, alla macchina produttiva e a quella dell’assistenza. Intelligenza urbana è anche quell’impresa collettiva che consente di progettare e di rendere materia o servizi il progetto. E ancora, è quell’intelligenza che presiede al tempo libero, che si frammenta in tanti rivoli. La trasformazione digitale trasforma anche l’intelligenza, e l’intelligenza rende diversa ogni giorno questa trasformazione. Vi inviatiamo a vedere questa trasformazione, in fondo è opera vostra.”
Un po’ di fuffa? Probabilmente sì, ma dietro c’è molto di solido, c’è innovazione vera; basti pensare che entro la fine dell’anno Milano sarà la prima città europea a totale copertura 5G.
Passando a Roma, forse qualcuno ricorderà che l’attuale amministrazione aveva esercitato la sua notoria propaganda anche in questa materia, presentando il Sindaco in persona, in pompa magna, l’attivazione del primo segnale 5G cittadino a febbraio 2018. Poi a dicembre 2018 c’è stata la presentazione del primo scenario d’uso della rete 5G, un’applicazione di realtà virtuale per visitare le Terme di Diocleziano. In quell’occasione il Sindaco Raggi dichiarò:
“A soli 10 mesi dal lancio ufficiale del progetto Roma5G nella Capitale, realizziamo insieme ai nostri partner il primo use case della sperimentazione. L’amministrazione è in prima linea sul fronte dello sviluppo”
Il solito understatement dell’attuale amministrazione. Peccato che mentre loro si baloccavano a preparare una singola prima applicazione della rete 5G, a Milano già si predisponevano a fare dell’intera città una piattaforma espositiva dove chiunque, istituzioni pubbliche ma anche privati, può presentare la propria idea o proporre la sua riflessione.
Da una parte quindi c’è un’amministrazione che predispone il terreno per coinvolgere e far progredire l’intera città su un tema legato all’innovazione, mentre dall’altra c’è chi si accontenta di mettere qualche bandierina che richiami all’innovazione, mantenendo un atteggiamento dirigistico che impedisce qualsiasi partecipazione dei cittadini, limitando anche drasticamente le possibilità che gli stessi cittadini siano informati su tecnologie che cambieranno la vita di tutti.
Pessimo il Sindaco Raggi e pessima anche l’assessore a Roma Semplice, Flavia Marzano, colei che in occasione dell’accensione del segnale 5G a Roma ebbe a dichiarare: “La città diventerà un laboratorio d’innovazione“.
Qualcuno l’ha vista quest’innovazione? Noi no, o meglio un’innovazione l’abbiamo vista: per la prima volta abbiamo visto utilizzare del codice beta, instabile per definizione, per oltre un anno sul sito web del Campidoglio, con tanto di scritta “BETA” su tutte le pagine.
Ora pare che la fase beta sia finita, ma da competenze così scarse più di tanto non ci si può aspettare. Senz’altro nulla di paragonabile alla Digital Week milanese.