Sul tassista che picchia l’automobilista

Avrete saputo dell’incredibile aggressione avvenuta giovedì scorso in piazza Barberini ai danni di un automobilista da parte di un tassista. In breve, l’automobilista ferma l’auto sulla fermata dei taxi, di fronte alla farmacia di piazza Barberini, per acquistare dei farmaci ma viene redarguito e aggredito da un tassista che strattonandolo lo fa cadere a terra. L’uomo, un medico di 64 anni, riporta la frattura del femore e di uno zigomo, oltre a contusioni varie. Parrebbe anche che egli non sia stato soccorso dai presenti, molti dei quali tassisti in coda alla fermata, ma solo da un passante. Il tassista è stato successivamente identificato e denunciato ma, incredibilmente, il giorno successivo era al lavoro come nulla fosse. Qui e qui articoli di cronaca.

Leggiamo oggi che il tassista è stato sospeso dal servizio ma per l’eventuale ritiro della licenza, cosa che peraltro tutti auspicano, incluse alcune associazioni di tassisti in considerazione di altri episodi di violenza del tipo ai danni di colleghi, occorrerà aspettare un’eventuale condanna definitiva che faccia venir meno i “requisiti di idoneità morale” (ennesimo esempio di legislazione garantista con i cattivi e giustizialista con le vittime).

Ancora una brutta storia che riguarda una categoria che raramente si è segnalata in passato per episodi edificanti, mentre è spesso ricordata per i problemi che crea alla città di Roma. Ne abbiamo già parlato in questo post dove, tra i tanti, è richiamato uno dei problemi associati al servizio taxi a Roma che pone in una luce particolare quanto accaduto lo scorso giovedì in piazza Barberini. Si tratta del fenomeno essenzialmente romano per cui i taxi tendono ad accalcarsi  alle fermate in maniera disordinata e sconfinando abbondantemente rispetto allo spazio loro concesso.

Vedendo infatti le immagine dell’aggressione riprese dalla telecamera di piazza Barberini, si può notare che la fila dei taxi si prolunga in maniera disordinata fino al limite del marciapiede della piazza.  Qui sotto un fermo immagine (nel circoletto verde l’auto dell’aggredito, in quello rosso i taxi in fila alla fermata).

TaxiBarberini
Fermo immagine da telecamera su piazza Barberini

Confrontando il fermo immagine con la situazione sul terreno, come mostrata dallo Street View di Google, si potrà verificare che i taxi in fila non solo vanno ben oltre lo spazio loro concesso (segnalato dal cartello “taxi” ed evidenziato in giallo nell’immagine sotto) ma invadono anche l’area di sosta che sarebbe riservata alle operazioni di carico/scarico medicinali (il relativo cartello è evidenziato in azzurro), che era essenzialmente quello che l’automobilista aggredito doveva fare.

Da Street View di Google
Da Street View di Google

Quindi non solo l’uomo ha subito un’intollerabile aggressione fisica, peraltro con gravi conseguenze, ma la cosa è successa anche perché lo spazio che era teoricamente a lui riservato era occupato illecitamente dai colleghi dell’aggressore.

Vista in altri termini, l’aggressore deve aver trovato del tutto intollerabile l’invadenza dell’automobilista nella fermata dei taxi, ma non deve mai averlo neanche sfiorato il pensiero che il comportamento quotidiano suo e dei suoi colleghi, che invado illecitamente spazi destinati ad altro, crea seri problemi agli altri utenti della strada.

Ci piacerebbe che l’assessore Improta prendesse nota di queste osservazioni, soprattutto quando si lamenta che la legislazione è inadeguata per colpire adeguatamente i comportamenti violenti dei tassisti. Questo è vero, ma è anche vero che continuare a tollerare che i tassisti possano fare il proprio comodo violando impunemente il codice della strada non può che creare problemi, a volte molto gravi come questi.

E’ questo un altro pezzetto di legalità che andrebbe riacquisito a Roma.

 

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Perché i tassisti romani devono sempre farsi riconoscere?
Perché devono sempre essere i peggiori?

Da romani, @GiorgiaMeloni e @gualtierieurope, se anche voi ve ne vergognate, perché non vi sedete ad un tavolo e affrontate il problema con le rispettive competenze?

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