La scorsa settimana è stata pubblicata la sentenza del TAR che ha dato ragione all’amministrazione capitolina sull’ultimo bando per la festa della Befana di piazza Navona. Come si ricorderà, per la festa dello scorso anno il Municipio era stato in qualche modo costretto dalla Soprintendenza a predisporre un nuovo bando triennale, per arrivare al 2017 quando bisognerà adottare le nuove regole europee, che prevedeva la riduzione del numero dei banchi (da 115 a 72) e delle loro dimensioni.
Gli operatori tradizionali della festa avevano fatto ricorso su tale bando e la loro richiesta di sospensiva era già stata bocciata dal TAR. Ora anche il giudizio di merito conferma le buone ragioni del Comune nell’intervenire a tutela del decoro di un luogo come piazza Navona.
Questa è senz’altro una buona notizia, giacché dimostra che le ragioni della tutela possono superare quelle della consuetudine o di posizioni commerciali consolidate, a patto che vengano correttamente esplicitate. Chiariamo che qui non si hanno pregiudizi negativi sul commercio, ma in un’ipotetica scala di valori esso non può essere al primo posto, soprattutto in un paese come il nostro che deve considerare il patrimonio artistico/culturale come la sua più preziosa risorsa.
Peccato però che insieme alla notizia dell’esito del ricorso veniamo a sapere che il Municipio ha già pronto un nuovo bando che vorrebbe far uscire quanto prima, per organizzare la prossima festa della Befana a piazza Navona. Perché un nuovo bando se quello dello scorso anno sarebbe dovuto durare per tre anni?
Ebbene il motivo risiede in quello che lo scorso anno hanno combinato gli operatori tradizionali della festa. Costoro, allo scopo di boicottare il nuovo bando predisposto dal Municipio, hanno partecipato e vinto il bando ma in larghissima parte non hanno ritirato i relativi titoli, precludendosi quindi la possibilità di allestire i banchi non solo per lo scorso anno ma anche per i successivi due anni. Chiaramente questi operatori hanno puntato tutto sulla vittoria del loro ricorso davanti al TAR ma non essendo ciò avvenuto, ora si trovano con un pugno di mosche in mano. Si può dire che la loro è stata una strategia suicida ma ognuno è libero di farsi del male come vuole.
Quindi la situazione al momento, in assenza di ulteriori interventi o provvedimenti, è che per i prossimi due anni la festa della Befana si terrà come lo scorso anno, con un numero ridottissimo di banchi ed eventuali ulteriori attività di intrattenimento organizzate dal Municipio.
Come abbiamo già scritto, a noi questa eventualità non dispiace per nulla, avendo dovuto assistere per anni ad un’indegna occupazione di piazza Navona con installazioni esagerate e straccione. Ma evidentemente una tale cosa viene giudicata male dall’amministrazione, da qui l’intenzione di predisporre un nuovo bando che però necessariamente permetterà a coloro che hanno boicottato quello dello scorso anno di rientrare in gioco.
Ci chiediamo, vi chiediamo e vorremmo chiedere all’amministrazione: che senso ha tutto ciò?
Fare in fretta e furia un bando a poco più di due mesi dall’inizio delle festa, che garanzie di decoro e qualità può mai dare? Come potranno gli esercenti in così poco tempo allestire qualcosa del livello richiesto da uno scenario come piazza Navona?
A noi questo appare solo un modo per recuperare alla festa quanti lo scorso anno hanno fatto di tutto per boicottarla, col rischio concreto (certezza?) di avere in piazza Navona l’ennesima festa paesana!
L’abbiamo scritto solo qualche giorno fa e qui vogliamo ribadirlo: che si lascino le cose come stanno per questi due anni e si cominci a lavorare per una festa della Befana nel 2017 di grande qualità ed effetto. Per puntare a questo il percorso migliore sarebbe promuovere un concorso d’idee che fornisca un progetto di festa sulla base del quale poi predisporre il bando pubblico. Per un tale percorso i due anni che ci separano dal Natale 2017 non sono poi molti, soprattutto se si vogliono fare le cose per bene.
Peccato che Roma continui ad apparire come il luogo in cui si sanno fare solo le pecionate.
4 risposte
Il 3° comma del paragrafo 5 dell’avviso pubblico relativo alla assegnazione dei posteggi per il commercio sull’area pubblica di piazza Navona prevedeva che “entro 3 giorni dalla comunicazione dell’avvenuta aggiudicazione, dovrà essere confermata l’accettazione dell’assegnazione del posteggio. Il successivo 4° comma stabiliva che “in caso di rinuncia definitiva del concessionario, si procederà allo scorrimento della graduatoria”. Il 5° comma disponeva inoltre che l’Amministrazione Capitolina si riserva la facoltà insindacabile di non procedere all’assegnazione del posteggio per esigenze di pubblico interesse, senza che dalla mancata assegnazione derivino ragioni o pretese di alcun genere da parte degli interessati”. Non è dato di sapere al momento se l’anno scorso il I Municipio abbia proceduto allo scorrimento della graduatoria dopo il mancato ritiro della concessione da parte di chi si era aggiudicato il bando, da considerare equivalente ad una rinuncia: quand’anche sia avvenuto è certo che anche chi è subentrato non ha ritirato la concessione. Anche a voler cavillare sulla “rinuncia definitiva” o meno del concessionario, di fronte alla situazione di pubblico interesse che si è venuta a determinare lo scorso anno, il I Municipio dovrebbe essere pienamente legittimato ad indire un nuovo bando in forza del suddetto 5° comma.
Non è peraltro tardi per indire il bando, considerato che quello dell’anno scorso è andato comunque in porto ed è stato deciso con Determinazione Dirigenziale n. 4336 del 7 novembre 2014.
certo che il municipio ha proceduto allo scorrimento della graduatoria signor Bosi. Ma come ha scritto lei stesso il bando è stato deciso il 7 novembre…insomma qualche giorno per mettere in regola chioschi bancarelle e quant’altro .
Punterei sulla stranezza della durata della concessioni. L’anno scorso si era deciso per tre anni …credo la ratio fosse quella di cambiare operatori con una certa frequenza.
Ora invece diventano 10 anni… per intenderci chi vince ora sta apposto fino al 2025 !
La ratio dei tre anni lo scorso anno era, per quello che a me risulta, l’arrivare al 2017 quando la Bolkestein andrà a pieno regime.
I dieci anni di questo bando rasentano, a mio avviso, lo scandalo: impegnare piazza Navona per i prossimi dieci Natale con regole e allestimenti decisi in fretta e furia da qualche funzionario e politico con esperienze risibili rispetto alla materia trattata! Per di più dando agli operatori un tempo minimo per preparasi.