È passato oltre un mese dall’ultima volta che abbiamo parlato dell’irrisolto problema delle Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) a Roma e la situazione è rimasta immutata: nessuna notizia del nuovo regolamento OSP, annunciato dal sindaco Gualtieri a novembre 2023, e nessun provvedimento d’urgenza dell’amministrazione capitolina per cercare di porre un freno al dilagante abusivismo dei locali.
Ne parliamo di nuovo perché in questi giorni ci è tornata anche la stampa main stream a parlare di OSP, sottolineando come sempre l’abusivismo imperante di cui evidentemente solo l’amministrazione capitolina non si rende proprio conto.
Questo l’articolo pubblicato il 25 marzo sulle pagine romane de La Repubblica:
Da sottolineare, come abbiamo fatto nel nostro ultimo articolo, che se le “OSP emergenziali” concesse subito dopo la pandemia sono state prorogate fino al 31 dicembre di quest’anno, le innumerevoli OSP abusive che caratterizzano soprattutto il centro storico di Roma potrebbero e dovrebbero essere perseguite. La normativa “COVID” ha infatti dato la possibilità a moltissimi locali di allargarsi sulle strade ben oltre quello che consentivano le norme, ma la ben nota inefficacia dei controlli e delle procedure sanzionatorie ha di fatto legittimato l’ulteriore esplosione di “tavolino selvaggio“.
Per questo il nuovo regolamento OSP avrebbe già dovuto essere approvato. Così ne scrivevamo un mese fa:
“Eppure ci sarebbe una grande urgenza di avere il nuovo regolamento vigente; perché se è vero che la proroga del regime Covid non consente praticamente di intervenire sulle OSP “regolari” esistenti almeno fino a fine anno, l’aggiornato regime sanzionatorio del nuovo regolamento dovrebbe consentire di cominciare a reprimere con una certa efficacia l’enorme abusivismo in materia di OSP che da sempre caratterizza il panorama romano e che la normativa emergenziale Covid ha fatto ulteriormente aumentare.
Il problema principale delle OSP a Roma è infatti da sempre una normativa che sostanzialmente incentiva gli abusi, prevedendo sanzioni irrisorie e difficili da applicare, soprattutto considerando la cronica scarsità di risorse e personale degli uffici municipali e della Polizia Locale, responsabili del controllo del territorio.
A Roma non è esagerato parlare di un abusivismo di almeno il 50% delle OSP esistenti, considerando OSP totalmente abusive o eccedenti lo spazio concesso, e questo viene confermato dai tanti verbali elevati ogni volta che la Polizia Locale effettua controlli su strade e piazze di Roma.”
Un altro articolo sullo stesso tema OSP è uscito sul Corriere romano, dando conto di un ulteriore danno connesso alla malagestione dell’amministrazione capitolina: non solo infatti si lascia prosperare l’abusivismo e la relativa occupazione selvaggia di spazi pubblici, ma il Comune arriva a non mettere i locali in condizione di pagare i canoni OSP, perdendo un bel mucchio di milioni di euro.
Come sia possibile che una mancanza simile avvenga senza che il sindaco ne chieda conto all’assessore al commercio è cosa che sfugge alla comprensione. Tanto più che lo stesso assessore in oltre due anni di mandato non ha mai dato segno di sé e non solo in materia di OSP.
Serviranno questi articoli a dare una svegliata all’amministrazione capitolina?
Temiamo di no, ma se dalle parti del Campidoglio qualcuno volesse rimboccarsi le maniche ci permettiamo di suggerire i seguenti passi, in ordine di priorità:
– ordinanza del sindaco che renda più veloci ed efficaci le sanzioni per le OSP abusive (la fece addirittura il sindaco Alemanno a suo tempo),
– rafforzamento dei gruppi amministrativi della Polizia Locale per effettuare i controlli,
– rafforzamento degli uffici commercio, soprattutto quello del Municipio I che deve gestire i due terzi di tutte le attività produttive di Roma ed è drammaticamente sotto organico da sempre,
– approvazione quanto prima del nuovo regolamento OSP, curando particolarmente l’efficacia delle procedure sanzionatorie.