L’illegalità diffusa in tema di Occupazioni di suolo Pubblico (OSP) è un problema che a Roma si trascina da lustri, se non decenni, a causa di normative comunali che, volutamente o meno, sono risultate sempre premiali nei confronti di chi forzava le regole.
In occasione della pandemia sono state emanate norme a livello nazionale che hanno cercato di ampliare la possibilità di utilizzare arredi esterni da parte dei locali per ovviare alle restrizioni introdotte per gli assembramenti interni.
L’iniziativa del governo aveva le sue valide ragioni ma a Roma tali norme emergenziali sono state applicate in maniera tale da far esplodere le OSP senza alcuna possibilità di verifiche sia ex ante che ex post. La scelta dell’amministrazione Raggi fu infatti di consentire ai locali di presentare le richieste di OSP, nuove o in ampliamento, e contemporaneamente procedere con gli allestimenti, salvo verificare a posteriori la liceità dei nuovi arredi. Sono quindi giunte agli uffici commercio dei municipi, soprattutto a quelli del Municipio I e II, migliaia di nuove richieste con la pratica impossibilità da parte degli addetti di controllarle tutte.
L’abusivismo che da sempre aveva caratterizzato le OSP romane è quindi ulteriormente esploso con la normativa COVID19, senza che il Comune provasse anche solo a porre qualche freno.
Torniamo su questo tema perché ci sarebbe la novità delle dichiarazioni del ministro allo sviluppo economico, Adolfo Urso, il quale ad un evento organizzato dalla Federazione italiana pubblici esercizi ha annunciato che il governo starebbe lavorando ad una legge che renda strutturali le maggiori occupazioni concesse con la normativa COVID19.
Già nel recente passato il ministro Urso aveva magnificato gli effetti della normativa emergenziale OSP, parlandone come di una “… misura che ha consentito anche di migliorare la vivibilità dei centri urbani.”
Come l’esplosione incontrollata di arredi dei locali abbia potuto migliorare la vivibilità dei centri urbani è cosa che andrebbe spiegata dal ministro, ma il suo ultimo annuncio dimostra una volta di più che egli non sa di cosa parla e soprattutto non conosce i limiti delle competenze del governo e del Parlamento su ambiti riservati agli enti locali.
Quella del ministro Urso non può essere quindi altro che una sparata elettorale priva di qualsiasi efficacia.
Quello che però stupisce è la reazione dell’amministrazione capitolina alle parole del ministro, con l’assessore al commercio, Monica Lucarelli, che è insorta gridando alla lesa maestà.
Eppure l’assessore è l’ultima che dovrebbe parlare su questo tema, perché se a Roma c’è un abusivismo dilagante in materia OSP la responsabilità è anzitutto proprio di un’amministrazione capitolina che non fa i controlli, non dota gli uffici commercio e la Polizia Locale delle risorse necessarie e non provvede a modificare la normativa rendendo finalmente svantaggioso l’abusivismo.
Della confusione generata dall’ultima proroga della normativa COVID19 e di come essa non fosse la vera causa del caos attuale ne abbiamo parlato in un articolo dell’ottobre 2023, in occasione della proroga del regime COVID19 a tutto il 2024.
Rimandiamo quindi a quell’articolo per comprendere come, se solo lo volesse, il Comune potrebbe cominciare a ripristinare la legalità su strade e piazze di Roma.
Vi è poi il tema del nuovo regolamento OSP, la cui bozza fu presentata dal sindaco Gualtieri a novembre 2023, di cui si sono perse le tracce e sul quale si contava per rendere più efficace, permanentemente, il contrasto all’abusivismo.
Invece che sbraitare contro le boutade del ministro Urso, perché l’assessore Lucarelli non spiega perché sono passati sei mesi e del regolamento non ne sa più niente nessuno?