Nel novembre del 2018 abbiamo parlato dell’ipotesi di rendere gratuito il trasporto pubblico a Roma.
Come ha ben argomentato nel pezzo Mercurio Viaggiatore, la cosa è tutt’altro che campata in aria e alle giuste condizioni porterebbe vantaggi per tutti; oltre infatti a coloro che potranno usufruire dei mezzi pubblici senza pagarli, la vita migliorerebbe anche per quelli che continuassero ad utilizzare il mezzo privato, potendo beneficiare probabilmente di minor traffico e maggiori possibilità di parcheggio.
Senza alcuna sorpresa il tema non è stato neanche preso in considerazione in ambito romano. Le ragioni possono essere da una parte la generalizzata incapacità a Roma di avere una visione futura della città (e larga responsabilità di questo non può che averla l’attuale amministrazione capitolina, che ha ucciso il dibattito pubblico), dall’altra la scelta del concordato in continuità ha fatto di ATAC una specie di morto vivente: odissea quotidiana (citazione dall’ottimo blog omonimo) per gli utenti e impresa di trasporti modello per l’amministrazione; in tali condizioni affrontare un tema complicato come il rendere gratuito il trasporto pubblico in città è oggettivamente difficile.
E dire che la prima volta che abbiamo affrontato l’argomento è stato in occasione del lancio a Parigi di un pubblico dibattito proprio sulla possibilità di rendere gratuiti i trasporti in città. Beati i parigini che hanno la possibilità di influenzare le scelte dell’amministrazione, laddove a Roma al massimo i cittadini possono divertirsi a proporre e votare idee per il PUMS salvo poi vederle ignorate dall’amministrazione.
Proviamo a tornare sul tema della gratuità del trasporto pubblico in occasione dell’entrata in vigore della misura per un intero stato, il primo al mondo. Si tratta del Lussemburgo, dove dal 1 marzo i trasporti pubblici sono gratuiti per tutti, cittadini residenti e turisti.
Come detto, si tratta del primo stato al mondo che introduce una tale misura in tutto il suo territorio, anche se, trattandosi del Lussemburgo, l’estensione territoriale è più simile a quella di una grande città (il territorio del Lussemburgo è circa il doppio di quello di Roma ma la popolazione è meno di un quarto, intorno ai 600mila abitanti).
In Lussemburgo la congestione da traffico veicolare è un problema da anni, dovuto anche alla più alta concentrazione di veicoli per abitante in ambito europeo; nel granducato vi sono 670 auto ogni 1.000 abitanti, seconda è l’Italia con 625/1.000.
La gratuità del trasporto pubblico è però stata introdotta maggiormente come misura sociale, per tentare di fermare il continuo incremento della distanza tra i cittadini più ricchi e le classi meno agiate. Quella per il trasporto è infatti una spesa consistente per i cittadini a più basso reddito, che saranno quindi quelli che più beneficeranno della misura.
Ovviamente c’è anche l’obiettivo di convincere quanti più cittadini possibile a lasciare il mezzo privato per spostarsi con quello pubblico, ma alcuni studi hanno dimostrato che la gratuità non è uno stimolo efficace, mentre lo sono molto di più misure come l’aumento del costo dei parcheggi o le congestion charging.
Elementi indispensabili per convincere le persone a scegliere sempre di più i mezzi pubblici sono comunque la loro efficacia, affidabilità e comfort, tutti elementi su cui a Roma siamo in grandissima sofferenza.
Nel pezzo già linkato Mercurio Viaggiatore ha delineato quali potrebbero essere le possibilità per passare al trasporto gratuito anche a Roma, segnalando ad esempio l’impossibilità, per vincoli normativi, di prevedere la gratuità solo per i residenti di Roma, come ad esempio avviene a Tallin (Estonia) dal 2013 o Dunkirk (Francia) dal 2018.
“Un sistema per aggirare l’ostacolo potrebbe essere quello di rivedere le tariffe, ad esempio si potrebbero fare abbonamenti solo annuali a 36€ per tutta la rete di superficie, e di 50€ incluso il metroferro, portando il costo dei singoli biglietti a 3€“, scriveva Mercurio Viaggiatore nel 2018, dimostrando che una misura così avanzata come la generalizzata gratuità del trasporto pubblico a Roma è qualcosa di realistico da poter prendere in seria considerazione.
Potrebbe anche essere un tema su cui dibattere in questo periodo di emergenza, dove tutti siamo costretti a rimanere a casa ma con la tecnologia che consente di tenere dibattiti in maniera remota.