A metà gennaio, nel rilanciare la notizia dell’inizio del processo sul nuovo stadio della Roma, ricordavamo la vergogna di avere il presidente dell’Assemblea Capitolina nel pieno delle sue funzioni e imputato in tale processo.
In pratica è come se vi fosse l’intera Assemblea Capitolina a giudizio, in una situazione assurda che mai ci era stato dato di vedere. Abbiamo infatti dovuto attendere di avere una forza iper-giustizialista come il Movimento 5 Stelle al governo di Roma per ritrovarci con un presidente prima in carcere e poi alla sbarra.
Come possa il supposto uomo di legge Marcello De vito non capire che il rispetto per la carica che ricopre lo avrebbe dovuto obbligare a separare senza indugio il suo destino da quello di capo dell’Assemblea Capitolina è cosa che sfugge alla comprensione. Ma abbiamo capito che evidentemente l’attaccamento alla poltrona, o forse la convinzione che una volta mollata molto difficilmente potrebbe riaverla, è per De Vito una motivazione più forte della propria dignità ed onore.
Nel pezzo indicato avevamo anche espresso una censura nei confronti del sindaco Raggi, che evidentemente deve aver accettato la decisione di Marcello De Vito:
“Detto tutto il male possibile di chi manca così gravemente di rispetto alle massime istituzioni della città di Roma, esprimiamo una grave censura anche nei confronti del Sindaco Raggi, che evidentemente non è stata in grado di convincere un suo collega di partito (perché De Vito è ancora parte integrante del Movimento 5 Stelle, a dispetto delle ridicole dichiarazioni dell’allora ministro Di Maio) a fare un passo indietro per rispetto dell’istituzione. Un Sindaco di Roma che fa finta di niente di fronte ad un’Assemblea Capitolina alla sbarra è anche egli corresponsabile della cosa e dovrebbe vergognarsene.”
Purtroppo questa inaudita vergogna non solo non viene minimamente contrastata né dal movimento di cui De Vito è ancora parte integrante (alla faccia di quel M5S che chiedeva le dimissioni dei pubblici rappresentanti al solo avviso di garanzia), né dalle varie opposizioni in Assemblea Capitolina, ma addirittura ormai il presidente imputato viene ostentato in occasioni pubbliche in sostituzione del sindaco Raggi.
È stato il caso delle celebrazioni per i cento anni della Garbatella, avvenute lo scorso 18 febbraio, dove il presidente De Vito ha rappresentato il Comune di Roma con tanto di fascia tricolore da sindaco.
Ma già il 2 gennaio De Vito aveva sostituito il sindaco accogliendo il sindaco di Nazareth.
Come si capisce bene qui c’è un salto di qualità nel disonore che emana dal presidente De Vito, giacché egli non si limita a presiedere le sedute dell’Assemblea Capitolina, bensì arriva a sostituire la persona del sindaco di Roma, coinvolgendo quindi anche il vertice della politica cittadina nelle sue vicende giudiziarie.
Tanto poco ci tiene quindi il sindaco Raggi alla sua carica da affidarla pro tempore a qualcuno che non si fa problemi ad infangare tutto quello che tocca?
Sono inoltre anche le opposizioni in Assemblea Capitolina ad essere complici di una tale vergogna, facendo finta di niente anziché battersi per l’onorabilità delle istituzioni. Stupisce, ma neanche più tanto, in particolare la posizione del PD, che con il M5S ci condivide la responsabilità del governo nazionale, potendo quindi costringere l’alleato a fare qualcosa contro lo strabordante Marcello De Vito.