Un cambio al vertice della Polizia Locale di Roma non è più procastinabile

I tempi sono ormai maturi perché Gualtieri sostituisca il comandante generale Ugo Angeloni, se non altro che per dare un segnale alla città che si vuole cercare di fermare la strage stradale

Quando nel 2021 Ugo Angeloni fu nominato comandante generale della Polizia Locale di Roma noi lo accogliemmo con l’auspicio che potesse ripercorrere in qualche modo le orme di Raffaele Clemente, il molto rimpianto comandante nominato alla guida del corpo dall’allora sindaco Ignazio Marino. Sia Clemente che Angeloni venivano infatti dalla Polizia di Stato e quindi la nostra speranza sembrava avere un fondamento.

Purtroppo dopo alcuni mesi dovemmo prendere atto che il nuovo comandante si poneva in perfetta continuità con chi aveva sostituito, distinguendosi per un’unica dilettantistica iniziativa, il cosiddetto “Settore prossimità“.

Anche col comandante Angeloni la Polizia Locale è rimasta quindi sostanzialmente assente dalle dinamiche cittadine, dando un contributo formidabile al clima di generale illegalità che vige a Roma in tutti i campi.

La manifestazione più evidente dell’anarchia romana è rappresentata dalla mobilità, settore nel quale il Codice della Strada sembra sospeso e ognuno decide di propria sponte come comportarsi. Non che tale situazione sia stata creata dall’attuale comandante Angeloni, ma senza dubbio egli non ha minimamente inciso nel caos romano, nei fatti contribuendo a perpetuarlo.

 

Una mobilità senza regole è la causa principale della strage stradale che è in corso a Roma da troppo tempo, con centinaia di morti e migliaia di feriti ogni anno. Una tale condizione di quasi guerra viene purtroppo vissuta con fatalismo dalla gran parte dei romani, come se fosse ineluttabile il rischiare la vita per il semplice fatto di muoversi in città a piedi, in bicicletta, in moto o in auto. Nonostante vi siano posti nel mondo dove si è dimostrato che gli incidenti stradali si possono praticamente annullare, a Roma quello sembra un obiettivo irraggiungibile, sia per la gran parte dei cittadini ma, purtroppo, anche per praticamente tutte le istituzioni, a partire dal sindaco.

 

Eppure qualcosa sembra muoversi. C’è voluto l’ennesimo incidente mortale, questa volta particolarmente grave perché ha visto coinvolto un giovane ragazzo che semplicemente camminava sul marciapiede, per far cambiare forse le cose a Roma. I genitori del ragazzo sono infatti noti giornalisti de Il Corriere della Sera e già la cosa ha amplificato le reazioni alla tragedia, con anche il neo primo ministro italiano, allora ancora in pectore, a dimostrare pubblica vicinanza alla famiglia del ragazzo.

Inoltre Il Corriere romano ha iniziato la campagna “Fermiamo la strage stradale” con cui sta denunciando con continuità le infinite magagne della mobilità romana, dall’assenza di controlli ai problemi infrastrutturali e della segnaletica.

Riguardo l’assenza di controlli, il Corriere avrebbe chiesto al comando della Polizia Locale dati sulla presenza in strada degli agenti per controlli alla viabilità e la cosa non sarebbe stata particolarmente gradita allo stesso comando. Parrebbe che solo l’intervento dell’ufficio stampa del Campidoglio abbia consentito al Corriere di ottenere i dati richiesti e l’articolo che ne è risultato è stato interpretato dal comandante Angeloni come un attacco alla sua persona.

Sempre stando ad indiscrezioni, pare che della situazione creatasi, abbia fatto in qualche modo le spese la portavoce del comandante Angeloni, trasferita improvvisamente al reparto URP-Call Center.

Infine questo repentino trasferimento della portavoce avrebbe generato una reazione dello stesso sindaco Gualtieri, per motivi che sinceramente sfuggono, il quale avrebbe chiesto al comandante Angeloni una relazione scritta sull’accaduto.

 

Indiscrezioni e retroscena a parte, quel che è certo è che la posizione del comandante Angeloni è sempre più traballante. Già a maggio di quest’anno sembrava che il sindaco stesse per procedere alla sua sostituzione, poi a luglio ci fu un valzer di poltrone all’interno del corpo, deciso da Angeloni, che parve allontanare l’avvicendamento.

Ora c’è questa nuova polemica sullo spostamento della portavoce, condita anche da comunicati dei sindacati degli agenti che criticano apertamente il comandante.

 

Su tutto c’è sempre una città abbandonata a sé stessa  che sembra aver imparato a far meno dei controlli di polizia, ma a costo di immolare vite umane con cadenza quasi quotidiana.

 

In una situazione del genere non si vede come il sindaco Gualtieri possa lasciare Angeloni a capo del corpo dei vigili. Oltre che aver abbondantemente dimostrato di non avere le capacità per guidare la Polizia Locale di Roma, Angeloni si è ormai “bruciato” agli occhi dei cittadini, dell’amministrazione capitolina e probabilmente degli stessi vigili.

Appare quindi urgente che il sindaco Gualtieri finalmente provveda alla sostituzione del comandante Angeloni e il nome che da tempo si vocifera ci appare quanto mai adeguato a sperare in un rilancio del Corpo di Polizia Locale di Roma.

 

Pur comprendendo la ritrosia di Gualtieri a mettere seriamente mano alla Polizia Locale (l’ultimo che ci provò fu Ignazio Marino che dovette subire un‘attività di dossieraggio pare da parte dello stesso corpo dei vigili), ci sembra evidente che ormai egli sia costretto a farlo dal precipitare degli eventi.

Non va a merito del sindaco essere giunto ad una situazione simile, ma da parte nostra c’è la richiesta accorata a procedere senza ulteriori indugi, mettendo a capo dei vigili qualcuno in grado di risollevare le sorti di un corpo che mai come oggi è inviso a tutti.

 

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