Un DDL sulla sicurezza urbana mooolto meditato

Nel marzo di quest’anno il ministro Alfano annunciava, nell’ambito di un incontro con Fassino, presidente dell’ANCI, ed altri sindaci, la predisposizione di un disegno di legge con i seguenti scopi: “Rivalutare il potere di ordinanza dei sindaci, dare loro più poteri come anche alle Forze di Polizia, che agiranno in base a norme più severe contro il degrado, anche attraverso lo strumento dei regolamenti di polizia urbana, e valorizzare i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, nei quali saranno coinvolti i sindaci, per un «maggior raccordo sul terriorio”.

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Ecco un altro estratto dalla notizia riportata sul sito del ministero degli Interni:

“Il ministro porterà il ddl appena pronto in Consiglio dei ministri per poi sottoporlo al Parlamento. L’obiettivo primario, «la priorità», «è fare delle nostre città città più sicure», ma anche «garantire ai cittadini la percezione della sicurezza». Ci sono infatti una serie di fenomeni come «i writer, i parcheggiatori abusivi, contraffazione e abusivismo commerciale, racket dell’accattonaggio» per i quali, ha dichiarato Alfano, «si intende individuare altre fattispecie di reato» nell’ambito del disegno di legge.”

A quasi sette mesi da quella notizia il ministro è tornato ad incontrare Fassino ed altri sindaci a cui ha presentato i 22 articoli di una bozza di un disegno di legge ”aperto” ai suggerimenti dei primi cittadini. Questa la dichiarazione del ministro: “Vogliamo proporre un nuovo modello di governance del sistema di sicurezza nelle aree urbane e ampliare l’ambito di intervento dei sindaci per fronteggiare forme di incuria e degrado“. Anche in questo caso si è parlato di norme che dovrebbero colpire il fenomeno dei writer e l’esercizio invasivo dell’accattonaggio.

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Insomma prima il ministro annuncia che si predisporrà un disegno di legge per attaccare fenomeni di degrado che stanno emergendo in diverse città italiane. La predisposizione di un testo di 22 articoli parrebbe aver preso quasi sette mesi ed ora si attendono i suggerimenti e le richieste dei sindaci per arrivare ad un testo da presentare in Parlamento.

A quel punto potrà partire l’iter parlamentare del disegno di legge che normalmente dura mesi se non anni.

Viene quindi da chiedersi: ma il ministro ha presente quello che è divenuta Roma negli ultimi anni? Si rende conto che se non si trovano in fretta delle soluzioni per i problemi che hanno portato alla proposizione del ddl tra poco la situazione sarà talmente degradata che occorreranno misure ancora più drastiche.

E se pure il ministro può limitarsi a vivere di annunci, che tanto la responsabilità del collasso cittadino ricade direttamente sul sindaco, cosa aspetta quest’ultimo, e tutti gli altri coinvolti in questi incontri, a dare una svegliata al ministro imponendogli di darsi una mossa e magari pensare ad un decreto legge anziché un disegno di legge?

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