C’era una volta il progetto “CArMe”, ovvero il piano per la risistemazione del Centro Archeologico Monumentale di Roma che il sindaco Gualtieri aveva assegnato a Walter Tocci.
L’iniziativa era già contenuta nel programma elettorale di Gualtieri che così la descriveva:
”Ripresa e attuazione del piano del grande parco dei Fori Appia, pensato da Antonio Cederna, che dal Campidoglio colleghi il Parco dell’Appia antica, unendo un vasto triangolo paesaggistico-archeologico che dal centro storico, passando per l’Appia Antica, arrivi ai Castelli Romani. Un grande parco archeologico che comprende l’intera area dei Fori, tra il Campidoglio e il Colosseo e si protende verso la campagna romana, lungo il tracciato della via Appia“.
A leggerla parrebbe una delle tante fantasmagoriche promesse elettorali che appena vinte le elezioni si mettono subito da parte per concentrarsi sul piccolo cabotaggio tra le lobby cittadine. E invece in questo caso il sindaco era stato di parola, incaricando del progetto una persona preparata e seria come Walter Tocci il quale, ci viene detto da fonti ben informate, ha lavorato al compito con la sua solita diligenza e professionalità.
Non sappiamo a che punto sia il progetto, ma il fatto che alcuni interventi di esso siano stati inseriti tra quelli del PNRR e del Giubileo fa pensare che esso sia già delineato ed è un vero peccato che il sindaco Gualtieri ancora non abbia voluto presentarlo alla cittadinanza. Un intervento che voglia riunificare tutta l’area archeologica centrale di Roma, mettendola in comunicazione con il percorso dell’antica via Appia meriterebbe infatti di essere raccontato nella sua costruzione, per farne un’iniziativa della città e non l’ennesimo progetto calato dall’alto.
Comunque stessero le cose, su un progetto di tale portata, finalmente qualcosa degno della caratura e della storia di Roma, è piombato l’intervento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il quale in un incontro con il sindaco Gualtieri ha imposto alcuni paletti al progetto focalizzando la sua attenzione esclusivamente sull’asse di via del Fori Imperiali. Ecco l’estratto dal memorandum siglato tra il ministro e il sindaco Gualtieri:
In estrema sintesi il ministro ha detto: fate quello che vi pare dell’area archeologica ma non toccate né la carreggiata di via dei Fori Imperiali né i suoi marciapiedi e, si raccomanda, non fate nuove piazze!?!
Sul perché al ministro stia tanto a cuore quell’asse viario non è difficile fare supposizioni, ma se si guarda dove la via è posizionata rispetto alle preesistenze archeologiche, fori vari e Tempio della Pace, ci si rende conto di come volerla tutelare significa mandare a farsi benedire il cuore del progetto CArMe.
Come si capisce dall’immagine, via dei Fori Imperiali taglia a metà il Tempio della Pace e attraversa i fori di Nerva, Augusto, Cesare e Traiano.
Per il ministro Sangiuliano quindi è più importante tutelare un’autostrada cittadina, priva ormai di qualsiasi significato trasportistico e urbanistico, piuttosto che riportare alla luce e rendere fruibili a tutti le straordinarie realizzazioni degli antichi romani nei luoghi in cui Roma è nata e si è sviluppata.
Se così stanno le cose, e tutti gli elementi a disposizione purtroppo lo confermano, non si può non prendere atto della pochezza del pensiero del ministro Sangiuliano, impegnato a difendere un’insignificante strada e ad evitare che si creino nuove “piazze” proprio lì dove le agorà romane si sviluppavano.
Ma se a ministri indegni del ruolo assegnatogli abbiamo fatto ormai l’abitudine, quello che facciamo fatica a comprendere è l’apparente accettazione delle assurde limitazioni del ministro da parte del sindaco Gualtieri. Non ci risulta infatti che il ministro abbia il potere di dare indirizzi su come devono farsi i progetti a Roma come in qualsiasi altra città. Vi sono ovviamente gli organi del ministero della Cultura che hanno voce in capitolo sulla tutela dei beni culturali, ma solo una mente molto semplice può preferire via dei Fori Imperiali alla possibilità di riportare in luce tutto quello che è rimasto dell’area archeologica centrale.
In un recente post su facebook del presidente della commissione capitolina per il PNRR, Giovanni Caudo, leggiamo che a breve dovrebbe essere bandito il concorso di architettura internazionale con il quale individuare il ridisegno dell’area archeologica centrale. Vincolare tale concorso alle ridicole richieste del ministro oltre che stupido, perché impedisce di intervenire proprio nel cuore dell’area interessata, è lesivo della dignità della città di Roma e solo una visione piccola piccola del mondo può non far vedere ciò.
Inadeguatezza del ministro a parte, starebbe al sindaco Gualtieri rialzare la testa e difendere l’unico grande e serio progetto della sua amministrazione. Siamo sicuri che la stragrande maggioranza dei romani sosterrebbero il sindaco in un suo eventuale constrasto col ministro o anche con tutto il governo Meloni; perché anche i nostalgici di un certo periodo non possono non cogliere la grandezza di un progetto che mira a riportare alla luce e a rendere fruibile, anzitutto ai romani, quello che era il cuore pulsante dell’antica Roma.
Al riguardo sarebbe interessante conoscere il pensiero della presidente del consiglio, Giorgia Meloni: davvero ella preferirebbe mantenere l’autostrada Fori Imperiali così com’è?
Sul tema suggeriamo la lettura dei contributi su Carte in Regola di Paolo Gelsomini e Anna Maria Bianchi Missaglia. C’è anche una lettera aperta inviata al sindaco Gualtieri da alcune associazioni cittadine.
3 risposte
A questo punto proporrei di ripristinare le vecchie denominazioni di viale delle Cave Ardeatine e di piazzale dei Partigiani…
Qui di indegno c’è solo questo attacco assurdo, per non dire peggio, contro Sangiuliano a base di insinuazioni idiote (mamma mia, ritorna il fascismo, ecco i cattivoni…) e di fantasticherie pseudoarcheologiche.
Via dei Fori Imperiali è una strada ottima, che concilia il traffico automobilistico con quello pedonale in modo ottimale. Consente a tutti di avere un panorama dei Fori magnifico. Collega parti opposte di Roma. Utilissima e bella allo stesso tempo.
Farneticare di ulteriori scavi è una presa in giro e un paradosso ideologico. Presa in giro perché là sotto ci sono solo le fondamenta delle casupole del Cinquecento. altro che “cuore pulsante dell’antica Roma”. Gli archeologi seri lo sanno benissimo. Paradosso ideologico perché, insistendo con questa follia degli scavi (e spreco di soldi pubblici), date ragione a chi al tempo di Mussolini buttò giù il quartiere che sorgeva in quell’area: quindi i veri nostalgici dell’era fascista siete voi.
E adesso vai con gli strilli e le parolacce…
A margine: l’idea di abbattere quel quartiere e di costruire una strada risale a molto prima del fascismo.
E tra parentesi: quel pochissimo che rimaneva della collina della Velia, distrutta negli anni Trenta (purtroppo, aggiungo), è stato distrutto coi lavori per la stazione della metro C al Colosseo. Non lo sapevate, vero?
Su questa pagina il termine “fascismo” l’ha usato solo lei, segno che è una fissazione sua e non nostra.
Se poi volesse segnalarci qualche “archeologo serio” in grado di affermare che sotto via dei Fori Imperiali non ci sono i vari fori antichi e il Tempio della Pace, ma solo “fondamenta delle casupole del Cinquecento”, potremmo provare a prendere sul serio il suo commento, che altrimenti appare solo un alquanto misero tentativo di difendere l’indifendibile posizione del ministro.
P.s.: “strilli e parolacce” saranno forse tipici degli ambienti da lei frequentati, ma non sono proprio nel nostro stile.