Il momento elettorale è quello più delicato per una democrazia, perché è con esso che si stabiliscono i rapporti di forza tra i diversi schieramenti politici; è con le elezioni che i cittadini decidono infatti chi avrà la responsabilità di governare e chi di controllare dai banchi dell’opposizione.
Ne deriva che l’organizzazione delle elezioni dovrebbe essere una macchina oliata alla perfezione, dove procedure ben disegnate e consolidate vengono eseguite da personale formato e motivato.
Ebbene le elezioni appena concluse a Roma hanno mostrato l’esatto contrario di quanto appena descritto. Almeno nei seggi che abbiamo frequentato o di cui abbiamo avuto notizia ci sono stati problemi fin dalla loro costituzione, sabato pomeriggio scorso, per concludersi con una grande improvvisazione al momento della conta dei voti.
Cominciando quindi dalla costituzione delle sezioni elettorali, avvenuta lo scorso sabato pomeriggio, ci sono stati problemi un po’ ovunque per la mancanza del numero minimo di componenti delle sezioni elettorali. Pare che una parte delle convocazioni per gli scrutatori non siano state inviate, ma soprattutto che moltissimi dei convocati abbiano scelto di non presentarsi, col risultato che molte sezioni hanno dovuto cercarsi scrutatori all’ultimo minuto per poter avviare le operazioni preparatorie.
All’avvio delle operazioni di voto in diverse sezioni sono state consegnate le schede sbagliate per il Municipio, costringendo in alcuni casi gli elettori a recarsi due volte al seggio per poter votare.
Alla chiusura dei seggi sono iniziate le operazioni di spoglio e anche qui si è vista in molti casi un’improvvisazione imbarazzante da parte degli operatori ai seggi.
Qualche rappresentante di lista ci ha raccontato quello di cui è stato testimone e la cosa fa venire più di un dubbio sull’affidabilità dei processi elettorali a Roma.
Quello che si è visto in queste elezioni, ma è tutt’altro che una novità, è un’enorme disomogeneità nella qualità dei presidenti di sezione. È infatti il presidente di una sezione elettorale colui che può assicurare il buon funzionamento di tutta la macchina, dando disposizioni chiare al segretario e agli scrutatori quand’anche costoro fossero alle prime armi.
Ebbene ci hanno raccontato di presidenti di sezione esperti e ben organizzati sul come condurre le operazioni di spoglio, ma anche di individui improvvisati che hanno adottato metodi inefficaci e forieri di errori. Essendo infatti ciascun presidente libero di adottare il metodo di conta dei voti che preferisce, come al solito ci sono stati casi di sezioni in cui il conteggio è terminato poche ore dopo la chiusura dei seggi e altri in cui dopo cinque o sei ore non si era terminato neanche di scrutinare la prima metà delle schede.
Noi crediamo che il momento elettorale meriti ben altra considerazione e visto che la sua organizzazione è responsabilità dell’amministrazione capitolina, chiediamo al nuovo sindaco, chiunque egli sarà, di mettere subito in agenda un lavoro di revisione di tutte le procedure legate alle elezioni.
Va anzitutto predisposto un piccolo esercito di presidenti, segretari e scrutatori che siano in grado di assicurare la loro disponibilità al momento dell’apertura delle sezioni, prevedendo anche delle riserve da far subentrare in caso di impossibilità dell’ultimo minuto.
Queste persone devono inoltre essere istruite su come comportarsi sia durante le operazioni di voto, ma soprattutto su come procedere nello spoglio delle schede. Se infatti l’obiettivo è di analizzare le schede elettorali con la massima affidabilità ma anche con una certa celerità, ci deve essere senz’altro un metodo migliore di tutti gli altri e questo deve essere seguito in tutte le sezioni.
Infine devono probabilmente essere rivisti i compensi per presidenti e scrutatori, non essendo i 150/120 euro previsti adeguati allo sforzo richiesto, ossia circa due giorni e mezzo di cui due di circa 16/17 ore. È vero che la gran parte dei lavoratori dipendenti hanno diritto a permessi retribuiti per operare nelle sezioni elettorali, ma compensi troppo bassi scoraggiano i più creando ogni volta problemi di personale.
In conclusione, è probabile che i problemi riscontrati in queste elezioni rientrino nella complessiva malagestione che ha caratterizzato l’amministrazione capitolina uscente, ma siamo convinti che in ogni caso debba essere posta maggior attenzione a come vengono organizzate le elezioni a Roma.
La raccolta e il conteggio dei voti dei romani devono avvenire con procedure verificate e personale adeguatamente formato, laddove oggi è quasi tutto lasciato al caso.
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