Questo l’invito spedito qualche giorno fa dall’assessorato all’ambiente del Comune di Roma:
Carissim* tutt*,
Si avvicina la Giornata Internazionale delle Donne e ho il piacere di invitarvi ad un evento che coniuga il tema della parità con l’ambiente.
L’8 marzo alle ore 12.00, presso i giardini di San Sisto, in via di Porta Metronia 2, sede dell’Assessorato all’Ambiente, verranno messi a dimora cinque alberi di Mimosa che questo Assessorato intende dedicare alle Madri Costituenti e, nello specifico, alle cinque parlamentari che entrarono nella Commissione dei 75 e parteciparono alla stesura della Carta Costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti.
Partecipano il Sindaco Roberto Gualtieri, Livia Turco presidente della Fondazione Nilde Iotti, Giulia Rodano per la Casa Internazionale delle Donne e Oria Gargano per Be Free.
Per chi vorrà, seguirà una visita del Parco, che al suo interno ha alberi monumentali e piante esotiche di notevole interesse.
Vi aspetto.
Sabrina Alfonsi
L’iniziativa è apprezzabile, ma che senso ha dedicare degli alberi in un luogo non liberamente accedibile da parte dei cittadini?
E’ come se l’assessore avesse deciso di piantare cinque nuove mimose nel proprio giardino invitando un ristretto numero di cittadini ad assistere alla piantumazione, salvo poi tenersi per sé il godimento dei nuovi alberi.
Magari il motivo della scelta del luogo è semplicemente la comodità per il Servizio Giardini di avere le nuove piante ad immediata disposizione per curarle e farle crescere al meglio, ma possibile non ci si renda conto del brutto messaggio che si manda?
L’ennesimo piccolo segnale di un’amministrazione chiusa nei propri uffici, che accetta i cittadini solo come claque per le inaugurazioni, rifuggendo come la peste i confronti aperti.
Cogliamo l’occasione per ricordare l’articolo che scrivemmo nel 2016 sulla sede del Servizio Giardini; passati sette anni e due amministrazioni è tutto immutato: un parco tenuto perfettamente all’interno, ma le aiuole appena fuori sono in stato di semi abbandono come tutto il verde pubblico a Roma.