L’auspicio dei residenti è che non si ripeta quanto accaduto a largo Somalia, dove un danno simile alla rete fognaria provocò la chiusura della piazza per quasi due anni. In quel caso fu necessario realizzare la cosiddetta “palificata”, cioè un consolidamento del terreno che evita rischi agli operai che lavorano all’interno. Per via dei Giordani la palificata potrebbe non essere indispensabile ma la verifica è in capo ad Acea che ancora non ha sciolto la riserva.
Fatto sta che la strada è chiusa dallo scorso 31 gennaio e probabilmente resterà così almeno fino alla fine del 2023. La voragine che la notte del primo febbraio aveva quasi inghiottito un camion Ama è stata provocata dal collasso della fognatura. Un problema sempre più frequente nel sottosuolo dei quartieri più vecchi, dove i sottoservizi risalgono agli anni ’50 o ’60. La profondità supera gli 8 metri mentre il diametro dell’apertura si sta allargando ogni giorno che passa.
Nella prima foto qui sotto, scattata da diarioromano il 1 febbraio vediamo che il buco ha una dimensione più contenuta.
Nelle foto che seguono, scattate in queste ore dal residente della zona Lorenzo, si può notare un diametro molto più ampio e un margine che è recentemente sprofondato scoprendo nuove tubature.
“Ci siamo dati da fare per risolvere il problema”, spiega Paola Rossi, assessore ai Lavori Pubblici del II Municipio che elenca quanto fatto da allora. Per prima cosa è stata messa in sicurezza l’area ed è stata effettuata una videoispezione dai tecnici Acea che ha mostrato circa 20 metri di tubatura collassati. Poi, per escludere il coinvolgimento delle catacombe di Priscilla, è stato necessario un sopralluogo della Soprintendenza di Roma. Infine – prosegue l’assessore Rossi – è stata avviata la progettazione dell’intervento che sarà a cura di Acea Ato2.
A quanto risulta a diarioromano, è proprio su questa progettazione che si sono registrati intoppi. In un primo tempo i tecnici avevano previsto la realizzazione di una palificata ma questo comporta un costo assai elevato e una dilatazione infinita dei tempi. Ecco perché si sta cercando una nuova soluzione che eviti i pali di cemento ma che garantisca comunque la sicurezza dei lavoratori e delle maestranze. Un rebus non facile da risolvere se a fine aprile il progetto non è ancora stato licenziato.
I disagi per i residenti sono notevoli. Non solo la strada funge da importante collegamento tra due arterie di grande viabilità come via Nemorense e via Salaria, ma agli abitanti della zona è precluso un accesso agevole ai propri garage, mentre i pedoni sono costretti a compiere giri tortuosi per percorrere poche decine di metri.
Inoltre – scrive Silvia, residente di zona – nella parte alta della strada tra via di Trasone e via di Priscilla il marciapiede di sinistra è completamente invaso da erbacce e rifiuti. C’è da augurarsi che i lavori inizino al più presto.