“Hai visto che hanno fatto? Era il palazzo più bello del quartiere, guarda come l’hanno ridotto”.
Il dialogo colto sull’autobus mentre percorre Viale Marconi all’altezza del civico n. 70, si riferisce al palazzo imbrattato che ci troviamo di fronte, di buona qualità architettonica e di recente costruzione. Unica colpa di trovarsi in una zona di grande visibiltà, molto trafficata da auto e pedoni, con l’aggravante, “l’imperdonabile difetto” delle pareti bianche: attirano i vandali graffitari.
L’edificio è stato più volte ripulito su richiesta del blog Degrado Marconi e di Retake Roma.
E ogni volta, ripetutamente deturpato. Nell’apparente indifferenza di chi ci abita.
Anni di volontariato, di esposti e denunce, di sensibilizzazione degli amministratori locali verso un maggiore impegno sul decoro. Quando finalmente s’interviene, i graffitari risporcano i muri appena puliti e siamo di nuovo punto e a capo.
Nessuna reazione attiva da parte delle Istituzioni. Come se avessimo gettato le parole al vento. Come se le idee e i concetti sostenuti del movimento antidegrado, non abbiano minimamente attecchito. Lo sforzo di denuncia e proposta dei blog antidegrado, l’impegno di Retake Roma nella promozione di comportamenti civili, non sono riusciti a convincere sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali che si sono succeduti nel tempo. La nostra visione di città basata sulla bellezza e il decoro degli spazi pubblici, non è (ancora) riuscita a far breccia nella mentalità e nella sensibilità degli amministratori locali.
Disfattisti e pessimisti? No, realisti. E non ci adagiamo alla comoda rassegnazione di chi si lamenta e poi non fa nulla, ma ci impegniamo in azioni concrete di denuncia. Come questa.
Settembre 2014: i volontari ripuliscono la facciata dell’edificio. Alla presenza di assessori e rappresentanti dell’XI municipio.
Novembre 2014: le squadre decoro ripuliscono i muri nuovamente deturpati dai graffiti
In quell’occasione poniamo la seguente questione:
Ma chi ci abita o ci lavora, farà di tutto per mantenerlo pulito, segnalando all’Ama e ai Pics l’eventuale ricomparsa di scritte e affissioni abusive?
Considerando il numero di volte che i writers hanno imbrattato i muri di Marconi, fate il conto dei soldi spesi per la pulitura dei graffiti da parte del comune – quindi di tutti noi – e dei commercianti.
Viale Marconi, qualche decina di metri più in là: incrocio Via Grimaldi e (sotto) angolo Via Enriques.
Perché mai dovremmo accettare che ogni palazzo sia coperto dai soprannomi dei vandali? Giusto un po’ abbelliti e colorati. A meno che non si voglia rinnegare il valore estetico, culturale e identitario dell’architettura, dell’integrità strutturale e dell’uniformità cromatica degli edifici nei quali viviamo e lavoriamo. Continueremo a fare il nostro dovere di cittadini, segnalando brutture ed incursioni dei writers, come abbiamo fatto con Via Fermi (avvisando l’amministratore del condominio, suggerendogli di fare altrettanto la prossima volta).