Virginia Raggi vuole sperimentare le “strade scolastiche”

Dopo aver passato cinque anni a fare nulla sulla sicurezza stradale, la sindaca lancia a fine mandato una sperimentazione di dubbia utilità (a parte poter essere sfruttata a fini propagandistici)

Si direbbe che il crepuscolo dell’amministrazione Raggi stia regalando a Roma una miriade di nuove iniziative, come se nei quasi cinque anni passati si fossero fatti dei sonni colossali.

Si dirà che quegli anni sono serviti a preparare le iniziative che vediamo ora, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è proprio così.

 

Prendiamo la sicurezza stradale, un tema che nel programma elettorale di Virginia Raggi veniva trattato in ben due parti (curiosamente quel programma non sembra essere più disponibile sulle pagine del MoVimento 5 Stelle ed oggi lo possiamo ancora leggere grazie al salvataggio fatto dagli amici di CarteInRegola.):

 

Cosa è stato fatto di quei punti del programma della Raggi? Praticamente nulla. Come si sono passati i cinque anni di mandato in tema di sicurezza stradale? Sostanzialmente a fare chiacchiere, come testimoniato a più riprese da chi aveva creduto nella Consulta per la sicurezza stradale:

 

Commento estratto dal gruppo facebook #Vivinstrada Roma

 

Che in questi cinque anni si siano fatte chiacchiere è dimostrato anche dalle statistiche sugli incidenti a Roma di cui parlammo nell’ottobre 2020.

Così descrivevamo in quell’articolo le politiche sulla sicurezza stradale della sindaca Raggi:

Già nel 2017 rilevavamo la mancanza di sostanza nei proclami dell’amministrazione capitolina in materia di sicurezza stradale, a partire dal cambio di denominazione della Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, rinominata in pompa magna dal sindaco Raggi in “Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità”, passando per i pistolotti dell’ex-assessore Meleo (che si impegnava in riduzioni monstre dei decessi e dei feriti entro il 2020) o per le innumerevoli proposte della consulta, ed a marzo di quest’anno non abbiamo potuto che verificare che dopo tre anni nulla è cambiato.

 

Passata quindi praticamente tutta la consiliatura senza far niente, ecco che l’evidente necessità di mettere qualcosa in mostra sulla sicurezza stradale, nella campagna elettorale in cui è ormai immersa Virginia Raggi, ha partorito l’ennesima sperimentazione (che poi far partire una sperimentazione a fine mandato già dimostra quanto poco ci si sia tenuto al tema).

Qualche giorno fa la sindaca ha infatti annunciato l’inizio della sperimentazione di una serie di pedonalizzazioni di tratti di strada davanti ad alcune scuole.

Questo l’annuncio sulla sua pagina facebook:

Per moltissime famiglie romane accompagnare i figli a scuola diventa spesso un percorso a ostacoli, nel traffico, tra auto ferme in doppia fila o parcheggiate in modo irregolare di fronte agli istituti. Abbiamo deciso di lanciare un’iniziativa importante per la sicurezza stradale: il progetto partirà il prossimo 20 aprile e riguarderà almeno 17 scuole di Roma.
I tratti di strada davanti all’ingresso di questi istituti saranno resi pedonali, almeno una volta a settimana, durante l’orario di entrata e uscita degli studenti. Vogliamo favorire così una mobilità sempre più attiva e sostenibile, liberando queste aree dallo smog e dal traffico.
Abbiamo programmato gli interventi in accordo con la Polizia locale di Roma Capitale e li abbiamo condivisi con i Dirigenti scolastici e i Municipi. Facciamo così un altro passo in avanti per rendere più sicura e accessibile la nostra città.

 

 

Largo alle bambine e ai bambini” recita lo slogan e chi potrebbe essere contrario ad una cosa del genere.
Peccato però che dalla stessa descrizione della sindaca questa iniziativa mostri chiaramente il suo carattere puramente propagandistico.

 

Le “… auto ferme in doppia fila o parcheggiate in modo irregolare di fronte agli istituti” che rendono un percorso ad ostacoli l’accompagnare i figli a scuola sono infatti per la grandissima parte veicoli degli stessi genitori che pretendono di lasciare i propri figli proprio sull’uscio della scuola.
Nella gran parte dei casi rendere pedonali i tratti di strada davanti alle scuole vorrà solo dire spostare la sosta selvaggia dei genitori, ed i pericoli che essa genera, un po’ più in là.

 

Ma poi che senso ha rendere pedonali i tratti di strada “almeno una volta a settimana“? O si è convinti della misura e allora la si adotta con decisione, anche per poterne verificare a stretto giro gli effetti, oppure non ci si imbarca in modifiche a giorni alterni che rischiano addirittura di disorientare sia gli automobilisti che i pedoni.

 

In realtà se si volesse favorire veramente una “mobilità sempre più attiva e sostenibile” si comincerebbe col rendere gli attraversamenti pedonali più sicuri per tutti, mentre a Roma si continua a morire sulle strisce pedonali e non si interviene neanche a posteriori, si scoraggerebbe la sosta selvaggia con lo street control, si riempirebbe la città di autovelox, ecc.
A chi scrive appare addirittura diseducativo facilitare enormemente l’accesso alle scuole quando poi i ragazzi rischiano la vita ogni volta che altrove mettono un piede fuori del marciapiede.

 

A scuola i ragazzi dovrebbero andarci a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici e questo dovrebbe essere il primo messaggio che la sindaca dovrebbe dare. La pretesa di accompagnare in macchina i propri figli proprio davanti alla scuola dovrebbe essere una pratica scoraggiata, limitata ai casi di reale necessità.
Diversi anni fa ci raccontarono che in alcune scuole di Mumbai per favorire almeno il car pooling dei genitori, veniva messa una nota scolastica agli alunni che arrivavano in macchina col solo genitore.

 

Purtroppo tutte queste cose non sono state né studiate, né preparate, né tantomeno comunicate negli anni scorsi, per cui in piena campagna elettorale si pensa bene di buttare lì un’iniziativa improvvisata buona solo per la propaganda della sindaca.
Tra l’altro questo genere di iniziative creano immediatamente due fronti contrapposti che passano il tempo a guerreggiare invece che a pensare di collaborare per risolvere il problema. Da una parte c’è chi grida allo scandalo per lo spazio sottratto agli autoveicoli e dall’altra chi pedonalizzerebbe quanto più possibile (ma in genere non sotto casa propria) senza considerare le esigenze di mobilità di tutti.

 

La mancanza negli ultimi cinque anni di una qualsiasi politica della mobilità, con l’amministrazione Raggi che si è concentrata solo sul salvataggio dell’ATAC e negli ultimi mesi a fare un po’ di piste ciclabili qua e là, ha lasciato immutati i problemi della sicurezza stradale a Roma.
Continua ad esserci un numero insostenibile di mezzi privati in transito e sosta nella città e le norme del codice della strada rimangono per i romani dei meri suggerimenti.

 

In tali condizioni non è certo rendendo pedonale alcuni tratti di strada davanti alle scuole qualche giorno a settimana che si può pensare di incidere sui problemi.

 

La verità è che a Roma tutte le strade dovrebbero diventare “scolastiche”, nel senso di renderle meno pericolose per tutti, studenti inclusi.

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