Vuoto a rendere: qualcosa si muove ma non basta

Vetro bottiglie abbandonate

 

C’è una piccola ma significativa battaglia portata avanti da un deputato dei 5Stelle, Stefano Vignaroli, che ha avuto un lieto fine. Si tratta del vuoto a rendere delle bottiglie di vetro consumate nei bar e ristoranti (prevalentemente birra e acqua minerale) che saranno nuovamente utilizzate dai produttori.

Da poche settimane, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento emanato dal Ministero dell’Ambiente sul quale Vignaroli ha lavorato dai banchi dell’opposizione. Diarioromano aveva più volte insistito per l’istituzione del vuoto a rendere per tutte le bottiglie in vetro: sia quelle vendute nei supermercati che quelle acquistate nei bar. Le strade e i giardini di Roma sono disseminati di bottiglie abbandonate che spesso si rompono e diventano pericolose. Purtroppo il decreto del Governo si limita per adesso a regolamentare il vetro venduto negli esercizi di somministrazione. Questo significa che il barista o il ristoratore dovranno pagare una piccola cauzione (compresa tra 5 e 30 centesimi) al loro fornitore. Questi gliela restituirà al momento della resa della bottiglia. Trattandosi di migliaia di bottiglie a settimana, il barista avrà tutto l’interesse a renderle al grossista. A giovarne soprattutto l’ambiente, dato che il vetro può essere utilizzato mediamente fino a 15 volte.

Il bar o il ristorante che aderiscono all’iniziativa dovranno esporre all’esterno un simbolo che informa il consumatore che in quell’esercizio il vetro viene riciclato. Si tratta, però, di una adesione su base volontaria. Nessuno è obbligato a partecipare e al momento non sono previsti incentivi per chi aderisce. Insomma è un appello, un po’ troppo ottimista, al senso ambientale degli esercenti.

A nostro avviso, sebbene sia un passo avanti, è ancora troppo poco. In primo luogo perché il governo avrebbe dovuto offrire un incentivo economico a chi si fa carico di restituire il vetro. E in secondo luogo perché occorre rendere vantaggiosa l’operazione per tutti i cittadini e non solo per bar e ristoranti.

Come scrivemmo nel settembre 2015 se fosse conveniente portare le bottiglie ai centri di raccolta, ci sarebbe la gara tra cittadini e recuperanti a restituirle. E in strada non si vedrebbero più scene come queste.

Bottiglie abbandonate

Inoltre per l’ambiente sarebbe estremamente importante, dato che oggi in Italia si spreca tantissimo vetro: nel 2016 la produzione ha superato le 5 milioni e 346 mila tonnellate con un incremento del 2% rispetto al 2015. La crescita è costante nonostante i consumi di bevande in vetro siano stabili. Questo vuol dire che aumenta ogni anno lo spreco. Ecco perché il recupero sarebbe fondamentale a partire da una città come Roma. Secondo la classifica Ecosistema Urbano di Legambiente 2017, la capitale si piazza all’88° posto, perdendo ben 33 posizioni in 10 anni. E’ proprio la differenziata a buttarci giù in classifica (Roma è al 67° posto in Italia con una produzione pro-capite di rifiuti ferma a 588kg per ogni persona l’anno). E il vetro, in questo ambito, incide moltissimo essendo un materiale totalmente riciclabile e riutilizzabile tante volte. Neanche i cittadini virtuosi che gettano le bottiglie nelle campane verdi riescono ad aiutarci a risalire in classifica. Quel vetro, infatti, va polverizzato e rilavorato, con costi notevoli per il Campidoglio e per l’industria. Una bottiglia restituita, invece, va solo lavata e sterilizzata.

Occorre dunque lavorare perché nella prossima legislatura, a livello nazionale, si completi questo regolamento e lo si estenda a tutti i cittadini e non solo agli esercizi commerciali. Occorre offrire un incentivo sia per i privati sia per bar e ristoranti (lo Stato ci rientrerebbe abbondantemente grazie ai risparmi ambientali) e soprattutto il Campidoglio si dovrebbe attivare subito, senza attendere una legge nazionale, per fare da apripista nel recupero del vetro.

 

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